Tra un po’ salgo in piscina. Per fare i miei consueti esercizi e rinfrescarmi un po’. Anche se ieri pomeriggio il termometro che instancabilmente fa il giro lungo i bordi segnava un’anticchia sopra i 30 gradi, la temperatura che tanti anni fa un cantante giamaicano mi disse costante nelle acque della sua terra.

Sia come sia, anche se ieri si leggeva della Pellegrini che si lamentava dell’acqua troppo calda della piscina in cui si allenava (per l’appunto a 30 gradi), per me che non lavoravo (cioè, sì, lavoravo, ma senza scopi agonistici) quei 30 gradi erano sì, forse un filino eccessivi, ma di quegli eccessi che proprio non dispiacciono. Tanto fuori di gradi ce n’erano ancora 33-34 e quindi in acqua ci si rinfrescava comunque.
Ieri pomeriggio, niente cane (plurale di cana) a tenermi compagnia. C’era invece Sparaciu,

spaparanzato su un lettino, a guardare (in realtà le ignorava bellamente) le mie evoluzioni nell’acqua.