Frasi

Diversamente dal cartesiano cogito ergo sum, la prova dell’esistenza valida, di fatto, nella vita dovrebbe recitare cogitor ergo sum, “mi si pensa dunque sono”. Günter Anders, L’emigrante, Donzelli, citato da Franco Marcoaldi sul Robinson nel colonnino di spalla a pag.10

È così che avviene la vita, attraverso sentieri che lentamente si fanno spazio tra altri pensieri. Vanno percorsi con calma, come la strada per casa. Specie se si sta facendo sera. Se si teme il buio è meglio non accelerare, tantomeno correre. Più saggio avere in tasca una torcia. Michele Marziani, La cura dello stupore, Ediciclo 2022

Siamo stati fatti senza libretto di istruzioni. Questa potrebbe essere la verità. Non ho mai saputo che tasto spingere, per questo proseguo a caso. Michele Marziani, La cura dello stupore, Ediciclo 2022

Quando io domando un prezzo non fo all’usanza di Napoli, che domandano trenta e poi danno per quattro. Io so’ romana e perciò voglio procedere sempre alla romana». Artemisia Gentileschi, in una lettera  a don Antonio Ruffo, nobiluomo messinese suo ammiratore, citata da Il domenicale de Il Sole 24 Ore del 2 gennaio 2022

Basta con i colpi di fortuna, con i telequiz, con i totosport, con i totototi. La fortuna bisogna guadagnarsela. Antonio De Curtis, al secolo Totò, nel film “Gambe d’oro” (1958), citato da Il domenicale de Il Sole 24 Ore del 2 gennaio 2022

Dentro ogni uomo, pensai, sta sempre acquattato il bambino ch’era una volta. In alcuni si capisce che è ancora vivo e vegeto, mentre altri si portano in seno un cucciolo morto. Amos Oz, Scene dalla vita di un villaggio, Feltrinelli 2010, pag.169

Ogni racconto è per definizione infedele. La realtà (…) non si può raccontare né ripetere. L’unica cosa che si può fare con la realtà è inventarla di nuovo. Tomás Eloy Martinez, Santa Evita, Sur 2019, pag. 115

Scrivere ha a che fare con la salute, con il caso, con la felicità e il dolore, ma soprattutto ha a che fare con il desiderio. Tomás Eloy Martinez, Santa Evita, Sur 2019, pag. 103

Com’è possibile che una stessa persona possa essere così diversa quando parla e quando tace? Tomás Eloy Martinez, Santa Evita, Sur 2019, pag. 99

Qualunque cosa la vita ci riversi addosso, avrà sempre qualche piacere da offrirci. E noi siamo tenuti a coglierlo. Billy Wilder, come personaggio di Io e Mr. Wilder, di Jonathan Coe, Feltrinelli 2021, pag. 216

Non è più morto di quando era vivo. John Irving, In una sola persona, Rizzoli 2012, pag.474.

Temo l’uomo che beve solo acqua, e pertanto il giorno dopo ricorda ciò di cui abbiamo parlato tutta la notte. Dall’Antologia Palatina, citata da Javier Cercas ne La verità di Agamennone, Guanda 2012

Riusciremo mai a comprendere la vita? Un giorno ti sembra ordinata e ti senti soddisfatto, forse un po’ cinico ma tutto sommato appena un pochino, eppure il giorno dopo scopri che il solido pavimento nascondeva una botola e ora ti trovi in un altro luogo, dove il paesaggio ha contorni incerti e le usanze sono strane.
I viaggiatori almeno possono scegliere. Chi issa le vele sa che tutto sarà diverso dove approderà. Gli esploratori sono preparati a questo. Ma noi che navighiamo sui flutti del sangue, noi che giungiamo per caso alle città interiori, non siamo preparati. Eravamo conversatori brillanti, eppure scopriamo che la vita è una lingua ignota. Tra le paludi e le montagne. Tra la paura e il sesso. Tra Dio e il Diavolo nasce la passione e la strada che vi conduce appare all’improvviso e la via del ritorno è la più ardua. Jeanette Winterson, Passione, Garzanti, 1989

Ero felice, ma questa è una parola da adulti. Non c’è bisogno di domandare a un bambino se è felice, lo si vede. Lo è oppure non lo è. Gli adulti parlano della felicità perché in genere non la possiedono. Parlarne è come cercare di afferrare il vento. Sarebbe più semplice lasciarsi sferzare. È per questo che non sono d’accordo con i filosofi. Parlano della passione, ma non c’è passione in loro. Non discutere mai della felicità con un filosofo. Jeanette Winterson, Passione, Garzanti, 1989

Gli chiesi perché si fosse fatto prete ed egli mi rispose che, se proprio si deve lavorare sotto padrone, è meglio scegliersene uno che non si fa mai vedere. Jeanette Winterson, Passione, Garzanti, 1989

I pensieri di Laurana si dissolsero nel buio sole del desiderio. Leonardo Sciascia, A ciascuno il suo, Gedi, 100 anni Sciascia

Il mondo funzionava lungo «vie di mezzo» tra la coincidenza e il fato. C’erano dei misteri, lo sapeva, e non tutto aveva una spiegazione scientifica. John Irving, Viale dei Misteri, Rizzoli,, 2018, pag.452

In the dark times / Will there also be singing? / Yes there will also be singing / About the dark times.  Bertolt Brecht, citato in esergo da Ian Rankin, A song for the dark times, Orion, 2020

I often come out here, disse zio Kasimir, it makes me feel that I’m a long way away, though I never quite know from where. W.G.Sebald, Gli emigrati, Adelphi, 2007, pag.99

«Ti ricorderai di questo giorno, Gogol?» gli aveva chiesto suo padre, voltandosi a guardarlo, le mani premute come paraorecchie sui due lati della testa. 
«Per quanto me lo devo ricordare?»
Sul vento che si alzava e calava riuscì a sentire la risata di suo padre. Era lì, lo aspettava, gli allungò una mano quando si avvicinò. 
«Cerca di ricordarlo per sempre» disse quando Gogol lo raggiunse prima di riportarlo lentamente indietro lungo il frangiflutti, fino al punto dove li aspettavano Sonia e sua madre. «Ricorda che io e te siamo arrivati fin qui, che siamo andati insieme in un luogo oltre il quale non si poteva andare». Jhumpa Lahiri, L’omonimo, Guanda 2014/Gedi 2017, pag.217

Aprì il libro a caso, o così credette, ma i libri sono come sentieri di sabbia, che conservano le impronte dei passi.  Graham Greene, Il fattore umano, Sellerio, 2020, pag. 289

La sola cosa che possiamo fare quando si tratta della vita intima degli altri è tirare a indovinare. Donne ha detto che nessuno è un’isola. Si sbagliava. Tutti lo siamo.  Scott Turow, L’ultimo processo, Mondadori, 2020, pag. 190

Ma il tempo e la marea non aspettano nessuno Amor Towles, Un gentiluomo a Mosca, Neri Pozza, 2017, Kindle edition, all’inizio del Libro Terzo

Se ti riuscisse di scrivere senza una cancellatura, senza un ritorno, senza un ritocco – ci prenderesti ancora gusto? Il bello è forbirti e prepararti in tutta calma a essere un cristallo. Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, Einaudi, 2019, pag. 315.

Si può inoltre paragonare  la vita a un tessuto ricamato, di cui ognuno può vedere il lato esterno nella prima metà della sua esistenza, e il rovescio nella seconda: quest’ultimo non è così bello, ma più istruttivo, perché lascia riconoscere la connessione dei fili.
Arthur Schopenhauer, citato all’inizio del capitolo 30 di La cura Schopenhauer, di Irvin Yalom, Neri Pozza, 2005.

You came to me this morning and you handled me like meat.
You’d have to be a man to know how good that feels, how sweet.
My mirrored twin, my next of kin, I’d know you in my sleep and who but you would take me in, a thousand kisses deep. (…)
I’m good at love, I’m good at hate, it’ s in between I freeze.
Been working out, but its too late, it’s been to late for years.
But you look good, you really do, they love you on the street.
If you were here I’d kneel for you,
a thousand kisses deep.
Leonard Cohen, Recitation

Parker aveva sempre preferito McCartney a Lennon, qualunque potessero essere le conseguenze sulla sua reputazione nei circoli più “in”. Lennon aveva sempre e solo scritto di se stesso e secondo Parker mancava di empatia. McCartney, invece, era capace di calarsi nei panni, nelle vite e nei pensieri altrui. Era questa la differenza tra Strawberry Fields forever e Penny Lane: pur amandole entrambe in Penny Lane Parker riconosceva una quantità di personaggi, laddove Strawberry Fields forever ne aveva uno solo di nome John Lennon. Charlie “Bird” Parker, in Un gioco di fantasmi di John Connolly, Fazi TimeCrime 2019, pag. 213

Il passato è un bel luogo da visitare ma in cui nessuno dovrebbe pensare di trattenersi. Charlie “Bird” Parker, in Un gioco di fantasmi di John Connolly, Fazi TimeCrime 2019, pag. 13

La differenza tra pubblicità e pornografia, secondo Chon.
La pubblicità dà bei nomi a delle cose brutte.
La pornografia dà brutti nomi alle cose belle
Le Belve di Don Winslow, Einaudi Stile libero 2011, pag. 165

Non penso niente. Sono abbastanza vecchio per sapere che prima di giudicare bisogna conoscere a fondo le cose. Non è facile, qualche volta è persino impossibile. Ho sempre temuto l’intransigenza. Esteticamente preferisco l’imparzialità. Il commissario Giulio Ambrosio in Maledetto ferragosto di Renato Olivieri, I classici del giallo Mondadori, n. 718, 2-8-1994, pag. 22


(…) in genere noi giovani non siamo tanti bravi a non comportarci da stronzi tra noi. Invece mi Sto arrivando! che avendo avuto a un certo punto dei soldi, e poi avendoli persi, e avendoli riavuti e ripersi di nuovole persone di una certa età dicono tipo:
Ma ‘sticazzi, io un sorriso lo faccio. Forse sono semplicemente troppo stanche per essere cattive. Nana Kwame Adjei-Brenyah, Friday Black, BigSur 2019, pagina 188

Adieu to old England, adieu/ and adieu to some hundred of poundsIf the world had been ended when I had been youngMy sorrows I’d ever had known. Dal testo di una canzone degli anni 80 di Shirley Collins, cantante folk del Sussex, citata da Jonathan Coe in Middle England, Feltrinelli 2018, pagina 27

Ben assimilò il commento anche se lo lasciò cadere; non gli sembrava meritasse una risposta, anche fosse riuscito a elaborarne una. Jonathan Coe, Middle England, Feltrinelli 2018, pagina 15

Per quanto male ti vada nella vita, c’è sempre qualcuno che t’invidia. È una specie di sarcasmo cosmico.  Manuel Vilas, In tutto c’è stata bellezza, Guanda 2019, pag. 12

Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del giorno, il Duca d’Auge salì in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la situazione storica. La trovò poco chiara. Resti del passato alla rinfusa si trascinavano ancora qua e là. Sulle rive del vicino rivo erano accampati un Unno o due; poco distante un Gallo, forse Eudeno, immergeva audacemente i piedi nella fresca corrente. Si disegnavano all’orizzonte le sagome sfatte di qualche diritto Romano, gran Saraceno, vecchio Franco, ignoto Vandalo.
I Normanni bevevan calvadòs.
Il Duca d’Auge sospirò pur senza interrompere l’attento esame di quei fenomeni consunti. Gli Unni cucinavano bistecche alla tartara, i Gaulois fumavano gitanes, i Romani disegnavano Greche, i Franchi suonavano lire, i Saracineschi chiudevano le persiane.
I Normanni bevevan calvadòs. Raymond Queneau, I fiori blu, Einaudi 1967 (traduzione di Italo Calvino) pag, 7

«Non sapevo che ci fossero distinzioni di classe nella tortura.» «Caro Mr Wormold, si renderà conto anche lei che esistono persone che si aspettano di essere sottoposte a tortura e altre che si indignerebbero alla sola idea. Non si tortura mai se non per reciproco accordo.»  Il capitano Segura al protagonista di Il nostro agente all’Avana, di Graham Greene, Spy Stories Gedi 2019, pag. 195

Avevo promesso ai miei familiari di lasciare sempre lui l’ultima parola nelle discussioni, ma in questo caso avevo una responsabilità diversa. Quella donna abita di fronte a casa mia. È una mia conoscenza e una mia invenzione. Mi dispiace per lei. Non intendo lasciarla là in casa a piangere. (In effetti non ce la lascerebbe neanche la Vita, che a differenza di me non ha pietà.) Grace Paley in Una conversazione con mio padre, da Tutti i racconti, Sur 2018, pag. 326

È un po’ come vivere stretto a un parafulmine nel pieno di un temporale e credere che non succederà nulla di brutto. Julio Cortázar, L’inseguitore, Sur 2016, pag.48

Nel frattempo, mia figlia sta correndo come una matta da un lato all’altro della piazzetta davanti alla biblioteca, insieme a un altro bambino che ha avuto la stessa idea. E poi cambia direzione e punta dritta verso la Willesden Bookshop, una libreria indipendente che prende in affitto i locali dal comune e fornisce – checché ne dica il consiglio circoscrizionale – un servizio essenziale agli abitanti del quartiere. È gestita da Helen. Helen è una persona essenziale per il quartiere. Il motivo per cui è essenziale lo riassumerei così: «Dà alla gente quello che la gente non sa di volere». Una categoria importante. Ben diversa dal concetto reso popolare da Rupert Murdoch: «Dare alla gente quello che vuole». Ormai la versione murdochiana di ciò che è bene per la società la conosciamo tutti: ci viene imposta da trent’anni. La versione di Helen è diversa, e viene necessariamente applicata su una scala molto minore. Zadie Smith, «Feel Free. Idee, visioni, ricordi», un estratto, tratto dal sito di Edizioni Sur, https://www.edizionisur.it/sotto-il-vulcano/01-10-2018/feel-free-idee-visioni-ricordi-un-estratto/

Mi ricordo che le uova fritte mi vennero un po’ pesanti ma che la cipolla era come uno di quei momenti del pianoforte di Schumann in cui la musica si mette a saltare, c’è un continuo rimbalzo del suono che fabbrica la melodia come se un’aragosta spasmodica (lo sono tutte) indicasse al musicista i luoghi più assurdi del pentagramma per fissare le note, era una cipolla fritta piena di alti e di bassi, parti dolci e parti salate e soprattutto moltissime parti piccanti grazie a una spruzzata mal distribuita di tabasco. Julio Cortazar, Correzione di bozze in Alta Provenza, tratto dal sito di Edizioni Sur, https://www.edizionisur.it/catalogo/littlesur/correzione-di-bozze-in-alta-provenza/

Oggi penso che all’epoca fosse già in arrivo il signor Parkinson, se non era addirittura già insediato in lui. Il suo primo pensiero, quando giunse la diagnosi, fu per la moglie: «Dice sempre che devo scuotermi un po’, adesso sarà contenta». Daniel Pennac, in Mio fratello, Feltrinelli, 2018, tratto dalla presentazione uscita su La Repubblica del 19 ottobre, pag. 40

Spero di avervi infilato nel cuore almeno il seme della curiosità. Non è mai finita. Mai. Non pensate mai di essere arrivate alla forma definitiva: c’è sempre almeno una svolta imprevista, sempre. Se c’è un augurio che posso farvi, allora, è di non cadere mai nella trappola della rassegnazione e dell’accettazione: quasi sempre quella che si presenta come “la vita com’è”, secondo un’espressione cara ai realisti (gente che in segreto ama la schiavitù) è una truffa. Si può uscire, scartare, fare ancora un giro, poi sorprendersi di come era facile e possibile quello che sembrava impedito dalla logica ferrea di un mondo che ci mettiamo addosso come una prigione ed è invece solo fantasia, malata fantasia che si spaccia per realtà. Luca Rastello,  in Dopodomani non ci sarà. Sull’esperienza delle cose ultime, Chiarelettere, 2018, esergo tratto dalla «Lettera alle pulci piccole in forma di testamento», il capitolo finale del libro.

– Interessa l’oggetto?
– A Moccolè, so’ vent’anni che nun me interessa…
– Mai perdere la speranza.
Dialogo tra il venditore d’accendini e Nino Manfredi-Antonio in C’eravamo tanto amati, di Ettore Scola 1974

Rastello si rende conto che il morire non è solo un problema di chi muore. Ai sani la morte fa scandalo, la loro compassione è anche uno scongiuro, l’affetto che circonda il malato rischia di isolarlo in quanto oggetto d’imbarazzo, specie se la malattia si protrae a lungo, se ci sono recidive. La compassione è un sentimento quantomai ambivalente, avvicina ma allo stesso tempo allontana, crea un cordone sanitario, istituisce una gerarchia in cui è chiaro una volta per tutte chi sta sopra e chi sta sotto.
No, la morte non è un’alleata. Ma è possibile usarla come reagente, come acido corrosivo per liberare la vita da ciò che la mortifica: la paura, i ricatti, la mancanza di curiosità, la buona coscienza un tanto al chilo, tutti ceppi che ingabbiano e immiseriscono la potenza insita in ogni esistenza. Dalla recensione di Daniele Giglioli (su La lettura del 26 agosto)  al libro postumo di Luca Rastello “Dopodomani non ci sarà. Sull’esperienza delle cose ultime”, Chiarelettere 2018.

Dovessero cambiare le cose – e succederà presto, perché peggioro ogni giorno di più – e verranno per rinchiudermi in uno di quegli ospizi, tu mi dai in mano il mio fucile, carico, e mi spieghi come usarlo, qualora non ricordassi più neanche quello. Poi mi baci – baciami due volte, mi raccomando – e vai via. Sarà come la stagione delle piogge in Massachussetts: doloroso, ma necessario. John a Ella, in Ella & John di Paolo Virzì.

Let me ask you one thing. Do you think – after we’ve dried off, after we’ve spent lots more time together – you might agree not to marry me? And do you think not being married to me might maybe be something you could consider doing for the rest of your life?…Do you ?
Charles a Carrie nel finale di Four weddings and a funeral di Mike Newell (scritto da Richard Curtis). E Carrie risponde a Charles, come in ogni “non matrimonio” che si rispetti: «I do».

Mio padre era come Dio: occupato altrove. Gary Oldman nei panni di Winston Churchill, in Darkest hour, di Joe Wright, 2017.

A volte la distanza minore tra due punti, signor commissario, è una curva, ma la strada più veloce per il rispetto è sempre la distanza. Cleonte Roupakidis, professore emerito di Economia, al commissario Kostas Charitos, in L’università del crimine, di Petros Markaris, La nave di Teseo, 2018, pagina 269.

La speranza è solo una delusione che aspetta di essere scoperta. Il maestro di arti marziali di Sun Bak, in Sense8, stagione 2 episodio 5, “La paura non ha mai risolto niente”.

La vita è un’enorme trappola fatta di tante piccole trappole. Se ascolti attentamente, qualche volta riesci a sentirle chiudersi con uno scatto. L’ospite coreana di Sun Bak fuggita dal carcere, in Sense8, stagione 2 episodio 3, “Mutualismo”.

All’angolo con plaza de Guipúzcoa c’era il castagnaro. Una dozzina, 2,5 euro. Mentre pagava, battevano le otto al carillon della Diputaciòn. E Xabier, con il gradevole calore del cartoccio tra i palmi delle mani, si sedette su una panchina della piazza, sotto la luna calante che si scorgeva attraverso i rami senza foglie di un albero. Sbucciò facilmente la prima castagna. Buonissima. Al punto giusto, né dura né bruciata. E il piacevole calore che gli si sparse nella bocca addensava il vapore del suo respiro. Anche la seconda castagna, molto buona. Troppo buona. Si alzò in piedi. Rovesciò il cartoccio quasi pieno in un cestino, cosicché le castagne caddero a una a una sui rifiuti accumulati all’interno. Poi prese a camminare verso l’Avenida, confuso tra la gente. Xabier, figlio di una vittima dell’Eta, e l’impossibilità di essere felice, in Patria, di Fernando Aramburu, Guanda 2017, pagina 546

Non è una debolezza ammettere la complessità. Non è una ritirata fare un passo indietro. Non aveva torto a invidiare quegli uomini che gemevano sui loro tappetini da preghiera alla Cupola della Roccia, ma magari aveva torto a vedere riflesso nella loro devozione il proprio pallore esistenziale. L’agnosticismo non è meno devoto del fondamentalismo, e forse aveva distrutto quello che amava per la sua incapacità di vedere la perfezione dell’abbastanza. Pensieri di Jacob Bloch, in Eccomi di Jonathan Safran Foer, Guanda, 2017, pag. 490

Imbrattai di colpo la carta dei giorni triti,
spruzzandovi colore da un bicchiere;
su un piatto di gelatina mostrai
gli zigomi sghembi dell’oceano.
Sulla squama d’un pesce di latta
lessi gli inviti di nuove labbra.
Ma voi
potreste
suonare un notturno
su un flauto di grondaie?
Vladimir Majakovskij, Opere, volume 1, Editori Riuniti, 1972, pagina 10

Bisogna smontare tutto, comprendere tutto e poi rimontarlo. Rinaldo Alessandrini nel dvd che accompagna i cd con i Concerti Brandeburghesi di Johann Sebastian Bach

L’imbarazzo è la peperonata delle emozioni… Si ripresenta sempre. Jacob Bloch alla moglie Julia, in Eccomi di Jonathan Safran Foer, Guanda, 2017, pag. 369

Mi chiedo anche perché il paradiso sembra così noioso. C’è amore in paradiso, ma ci sarà passione? Dobbiamo davvero andar vestiti con quelle lunghe tuniche e  stare a piedi nudi? Possibile che non ci sia permesso di portare i tacchi alti? Ho sempre invidiato le donne che indossano i tacchi alti. Vorrei passare i primi mille anni in paradiso a ballare il tango. La voce di Tatiana Petrovna in un nastro registrato, in Tatiana di Martin Cruz Smith, Mondadori, 2015, pag. 107

«È come il vecchio adagio dell’albero che cade nella foresta. Che rumore fa se non c’è nessuno a sentirlo?»
«E se ti cade addosso?».Victor Orlov ad Arkady Renko, in Tatiana di Martin Cruz Smith, Mondadori, 2015, pag. 52

Certe volte in montagna in inverno ho l’impressione che il sentirmi libero non sia uno stato d’animo, ma qualcosa che va oltre la mente. È una sensazione sfuggente che certe volte raggiungo  e che però non riesco ad afferrare e ad analizzare. Appena la avverto, scappa via. È una condizione così strana , non sarei in grado di descriverla bene a parole. È inafferrabile. È la libertà assoluta, io credo. È qualcosa che sento ed è probabilmente la ragione che mi spinge a tornare qui, ogni volta. Tomas Mackiewicz, scalatore, in una lettera a un amico citata da Umberto Isman su La Repubblica del 29 gennaio 2018

Dio, nella sua infinita saggezza, non si è disturbato a creare due dimore – il paradiso e l’inferno. Sono lo stesso posto, e il paradiso è dove ottieni tutto quello che vuoi, e trovi mamma e papà e i tuoi migliori amici, e vi abbracciate tutti e vi baciate e suonate l’arpa. L’inferno è lo stesso posto – niente fuoco, niente zolfo – ma tutti passano senza vederti. Non c’è niente, nessuno ti riconosce. Tu gli fai segno, «sono io, tuo padre», ma sei invisibile. Sei su una nuvola, e hai la tua arpa, ma non puoi suonare con nessuno perché non ti vedono. Quello è l’inferno. Keith Richards,Life, UE Feltrinelli, 2014 (2010), pag. 400.

“Aunque ¿para qué otra cosa sirven la memoria y las palabras sino para embellecer los hechos del pasado?” Così dice Gonzalo de Cordoba, il protagonista di Madrid, 1605, di  Eloy M.Cebrián e Francisco Mendoza, Algaida Editores, 2012, Kindle edition.

È la vita, Isa, molti tradiscono, ma che fa, la vita è così. O la compri – non so se mi spiego – cioè la compri tutta: cose belle, brutte, fedeltà, tradimento, oppure non la vuoi. Intendo che se ti metti sempre a cercare di prendere-comprare solo il buono – nel grande pacco che la sorte ti offre – non afferri più niente: mi sono spiegato? La vita non si lascia scegliere da chi compra solo i pezzetti buoni: o la prendi così com’è o non vivi. Io adesso ho avuto una delusione, ma che fa, i polmoni mi si gonfiano d’orgoglio, perché anche questa delusione è vita!. Cesare Zavattini, da una recensione sul blog Sulromanzo di un libro di Goliarda Sapienza, alla quale a sua volta l’aveva raccontata Isa Miranda (l’indirizzo è il seguente http://www.sulromanzo.it/blog/un-ritratto-molto-particolare-di-cesare-zavattini-e-il-suo-rapporto-con-la-madre)

Ma, come in tutte le cose, se vuoi arrivare in alto devi partire dal basso. Come nella gestione di un bordello. Keith Richards, Life, UE Feltrinelli, 2014 (2010), pag. 62.

Muchos años después, frente al pelotón de fusilamiento, el coronel Aureliano Buendía había de recordar aquella tarde remota en que su padre lo llevó a conocer el hielo. Macondo era entonces una aldea de 20 casas de barro y cañabrava construidas a la orilla de un río de aguas diáfanas que se precipitaban por un lecho de piedras pulidas, blancas y enormes como huevos prehistóricos. El mundo era tan reciente, que muchas cosas carecían de nombre, y para mencionarlas había que señalarlas con el dedo. Gabriel Garcìa Màrquez, Cien años de soledad, Editorial Argos Vergara, 1975-79, pag. 7

Sin embargo, antes de llegar al verso final ya había comprendido que no saldría jamás de ese cuarto, pues estaba previsto que la ciudad de los espejos (o los espejismos) sería arrasada por el viento y desterrada de la memoria de los hombres en el instante en que Aureliano Babilonio acabara de descifrar los pergaminos, y que todo lo escrito en ellos era irrepetible desde siempre y para siempre, porque las estirpes condenadas a cien años de soledad no tenian una segunda oportunidad sobre la tierra. Gabriel Garcìa Màrquez, Cien años de soledad, Editorial Argos Vergara, 1975-79, pag. 334

“Forse Dio si vergogna talmente di noi, di qualcosa che abbiamo fatto, che vorrebbe egli stesso dimenticare. E come ha detto a Ivor lo straniero, se Dio non vuole ricordare, non sorprende di certo che non ci riusciamo noi.” Beatrice ad Axl, a proposito della nebbia che induce l’oblio, in Il gigante sepolto, di Kazuo Ishiguro, Einaudi 2015, pag 75

“Era facile essere invisibile: bastava smettere di guardare gli altri.” L’eta di mezzo, di Joyce Carol Oates, Mondadori 2015, pag 592

“Ero una pessima ubriaca, tra l’altro, del tipo peggiore, come sette terribili nani mescolati insieme e e ficcati in una giacca di pelle e in un paio di jeans neri e attillati: sbraitolo, zuffolo, sciattolo, sozzolo, biecolo, piagnucolo e arrapatolo.” Mike Houlihan, detective, in Il treno della notte, di Martin Amis, Einaudi 1997-98, pagina 32-33

Anch’io rifletto con i piedi. Per forza, non faccio che consumare le strade. Le idee che forgi con i piedi e che risalgono alla testa ti riconfortano e ti stimolano, quelle che scendono dalla testa ai piedi ti appesantiscono e ti scoraggiano. Nader, il mulattiere, in Col fucile del console d’Inghilterra, di Amin Maalouf, Bompiani, 1994-99

A primavera, se l’acqua del fiume è calda o fredda, lo sa unicamente l’anatra che ci nuota dentro. Su Dongpo, citato in Il poliziotto di Shangai di Qiu Xiaolong, Marsilio, 2017, pagina 217

Il momento in cui nel dipinto / un uomo apre la porta / sulle montagne, e la porta / apre l’uomo al dipinto. Poesia cinese d’epoca imprecisata, in Il poliziotto di Shangai, di Qiu Xiaolong, Marsilio, 2017, pagina 40

Either you care, or you don’t. Stanley Kubrick a Emilio D’Alessandro, in Stanley Kubrick e me, Il Saggiatore, 2012

(…) il passato quando è passato non c’è più, il presente svanisce subito e poi non c’è più nemmeno lui, resta vero ed è vero solo quello che si ricorda, e si ricorda perché si vuol ricordare, e si vuol ricordare perché si ama. Franco Cardini, Samarcanda,  Il Mulino, 2016, pagina 61

All the people down there believe the Wall was dividing the world, that the East and West were separating people between Us and Them. But the real division, the only one that has ever mattered, was never horizontal. It’s vertical. Volker, guardando a Berlino la gente che festeggia il Capodanno, in Sense8, The Christmas episode,  dicembre 2016

… Desidererei di poter smettere una buona volta di considerare il gulasch la quintessenza del male! Johannes Brahms, costretto alla dieta, in “Premiata agenzia turistica Johannes Brahms & Co.”, di Franco Onorati, a sua volta in Strenna dei Romanisti, 2005, pag. 511

Altri ancora dubitavano, perché le cose felici non si ripetono (e invece si ripetono e non si ripetono: non c’è una regola) Goffredo Parise, in “Amicizia”,  Sillabari, Adelphi, pag. 34

E del resto che cos’è la memoria se non la rappresentazione di quello che eravamo o volevamo essere? La memoria è la trasfigurazione dei nostri sogni, dei desideri e delle nostre paure. Wlodek Goldkorn, in Il bambino nella neve, Feltrinelli, pagina 131

La colpa è il presente di chi guarda al passato. Capheus, in Sense8, Serie 1 episodio 10

Ho sempre avuto – e ce l’ho ancora – la tendenza a semplificare il mondo in una serie di belle opposizioni nette, ai margini delle quali posso mettermi a cazzeggiare. È quando le cose cominciano a farsi più astratte e vaghe che per me cominciano i problemi. Terry Gilliam, in Gilliamesque, Big Sur, pagina 20

Questa cosa mi uccide: ho sempre desiderato delle cicatrici, ma non ne ho, punto e basta. In effetti forse è per questo che mi sono dovuto mettere a fare film: per procurarmi quelle profonde ferite emotive e spirituali che la mia infanzia così straordinariamente serena mi aveva negato con tanta crudeltà. Terry Gilliam, in Gilliamesque, Big Sur, pagina 22

Nessuna nostalgia è così forte da non poter essere sostituita dalla memoria. Rossana Rossanda, intervistata da La Repubblica, 1 febbraio 2015

If any of you cry at my funeral
I’ll never speak to you again
Stan Laurel

Quarant’anni, ormai, sempre con la stessa faccia, e ancora una parte di me si aspettava di vedere l’altro tizio nello specchio. Nic Pizzolatto, in Galveston, Mondadori, pagina 99

Se il bene comune è raccontare storielle, allora non è un bene per nessuno. Rust Cohle, in True detective, episodio 3

Ogni volta che facciamo finta di niente muore un pezzo di mondo. Giorgio Fontana, in Per legge superiore, Sellerio, 2011, pagina 236

Ed era così il tempo, pensava, un luogo dove c’è qualcuno che aspetta con ansia qualcun altro che non arriva. Alberto Ongaro, in Athos, Piemme 2014, pagina 32

Poche cose, ma nulla in fondo manca.
Se pensi, puoi contarle sulle dita
quelle che servono a fare una vita

Mah, più che bella… la mia vita è stata un’odissea. Sempre qua, là, in giro per il mondo. Un bel giorno me ne andai a Genova, perché avevo optato per il mare… e là, mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana…Feci due volte il giro del mondo e non riuscii mai a capire che cazzo trasportasse quella nave, ma forse un giorno lo capii: droga! Carlo Verdone (nel ruolo di Sergio Benvenuti, che finge di essere Manuel Fantoni), in Borotalco

Yvonne, then, was the exotic and the sunlit when I could easily have had a boyhood of stern and dutiful English gray. She was the cream in the coffee, the gin in the Campari, the offer of wine or champagne instead of beer, the laugh in the face of bores and purse-mouths and skinflints, the insurance against bigots and prudes. Her defeat and despair were also mine for a long time, but I have reason to know that she wanted me to withstand the woe, and when I once heard myself telling someone that she had allowed me “a second identity” I quickly checked myself and thought, no, perhaps with luck she had represented my first and truest one. Christopher Hitchens, in Hitch 22: a memoir, Atlantic Books, 2010, Kindle edition. First Chapter: Yvonne

Da giovani ci si convince troppo facilmente delle idee altrui e da vecchi ci si convince troppo rapidamente delle proprie. Quando tutto ti sembra subito chiaro stai attento, perché è probabile che tu sia già rincoglionito Francesco Pecoraro, in La vita in tempo di pace, Ponte alle Grazie, Milano 2013, pagina 28

Conosco tutta la stiracchieria di una tal deduzione senza avere il coraggio di discrederne la possibilità  Giuseppe Antonio Guattani, in Monumenti Sabini, tomo terzo, Puccinelli, Roma 1832, pagina 308

«Credevo che ci tenesse molto alla verità.»
«E ci tengo, ma una virtù portata all’estremo è un vizio. Se uno non capisce che ci sono cose più importanti della verità, non capisce quanto è importante la verità.» Javier Cercas, in Le leggi della frontiera, Guanda 2013, pagina 349

«C’è sempre una perdita di significato / in ciò che diciamo o non diciamo / ma anche un significato / nella perdita di significato». Qiu Xiaolong, in La ragazza che danzava per Mao, farfalle Marsilio 2012, pagina 215

«La memoria è un mostro: noi dimentichiamo, lei no. Archivia tutto: custodisce i ricordi o ce li tiene nascosti, e quando ce li riporta alla mente lo fa con una volontà separata dalla nostra. Crediamo di possedere una memoria, ma è lei a possedere noi!». John Irving, in In una sola persona, Rizzoli 2012, pagina 345

“No, François, vi ho detto di no. Vedete, François: il matrimonio è un errore delizioso che due persone commettono insieme. Ma con voi, François, sarebbe un errore e basta.” Madame Mariette Colet (Kay Francis) a François Filiba (Edward Everett Horton) in Mancia competente (Trouble in Paradise) di Ernst Lubitsch (1932)

“Perché, come disse qualcuno una volta, alla fine andrà tutto bene. E se non andasse ancora bene, allora, credetemi, significa che non è ancora arrivata la fine”. La voce narrante alla fine del film Marigold Hotel

“…quando fu vicina all’orgasmo gridò sedici volte il nome di un altro. Io per ritardare l’eiaculazione mi ero concentrato a contarle. Un attimo dopo eravamo già addormentati”. Murakami Haruki, in Norwegian wood, farfalle Marsilio, 2006/1987, pagina 112

“Una delle libertà dell’invecchiare è che non si è obbligati a provare antipatia per qualcuno solo perché non gli piacciamo”. Julian Fellowes, in Snob, Beat, 2011 (Neri Pozza 2005), pagina 325

“I figli esistono per dare una mano ai genitori in tarda età; è questo il loro unico scopo”. Iain Pears, in Il sogno di Scipione, Longanesi, 2002, pagina 69

“La vita non racconta storie. La vita è caotica, fluida, casuale; lascia aperti un’infinità di finali, disordinatamente. Gli scrittori possono estrarre una storia dalla vita solo tramite una selezione rigorosa e attenta, il che vuol dire con una falsificazione. Raccontare storie, in realtà, è raccontare menzogne”. B.S. Johnson, citato da Jonathan Coe, in Come un furioso elefante. La vita di B.S. Johnson in 160 frammenti, Feltrinelli, 2011, pagina 29

– Posso dirti una cosa? – disse poi in un tono estremamente calmo. – Come sai anche tu, questo è un mondo violento che odora di sangue. Se non si è più che forti non si sopravvive. Allo stesso tempo è molto importante stare in silenzio con le orecchie tese per non lasciarsi sfuggire il minimo rumore. Le buone notizie di solito vengono riferite a bassa voce. Ricordatelo, per favore. La donna che una volta si era chiamata Creta a Okada Toru, in L’uccello che girava le Viti del Mondo, di Murakami Haruki, Einaudi, 2007-1997, pagina 462

I ricordi e i pensieri invecchiano, proprio come le persone. Ma ci sono pensieri che non invecchiano mai. Ricordi che non sbiadiscono. Il tenente Mamiya a Okada Toru, in L’uccello che girava le Viti del Mondo, di Murakami Haruki, Einaudi, 2007-1997, pagina 275

Se si potesse giudicare un popolo da quel che mangia, cosa che io ritengo possibilissima, vi direi che i tedeschi, con il gesso che sono abituati a masticare, mi fanno paura. Nero Wolfe ad Amadeo Bordiga in Un’avventura di Amadeo Bordiga di Diego Gabutti, Longanesi, 1982

Non può essere che ci separiamo così, prima di esserci incontrati da “Manoscritto trovato in una tasca”, in Ottaedro, di Julio Cortàzar

Seguo la via che mi mostra la Provvidenza con la sicurezza di un sonnambulo frase attribuita ad Adolf Hitler nell’esergo de I sonnambuli di Paul Grossman

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