Ancora su Daniele da Volterra

Dunque, la Deposizione di Daniele da Volterra. Anch’essa, come l’Assunzione della vergine, dello stesso autore (che di cognome faceva Ricciarelli), si trova nella chiesa di Trinità dei Monti. E anch’essa risulta visibile a tutti situata com’è in una delle prime tre cappelle laterali (la seconda a sinistra, per l’esattezza), di una chiesa che dalla quarta cappella in poi è in pratica chiusa al pubblico da un’inferriata.

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La curiosità di vedere/rivedere quest’opera m’era venuta dopo essere andato a Palazzo Corsini per la mostra dello stesso pittore e aver molto apprezzato le due (!) tavole ivi  esibite (la mia mostra ideale…): lo splendido Profeta Elia nel deserto

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e la bella  Madonna con il bambino, San Giovannino e Santa Barbara (purtroppo coperta da un vetro assai riflettente), entrambe dell’antica collezione Pannocchieschi d’Elci di Siena;

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ma soprattutto dopo aver ricordato, quasi in sequenza, l’avventurosa visita “rubata” più di quarant’anni fa a Palazzo Massimo alle Colonne con Alberto F., visita della quale ricordo (più o meno) lo svolgersi dei fatti ma, ahimè, non le opere viste (la memoria non è più quella di un tempo…). Ne ho riperticate due, delle storie di Fabio Massimo, sulla rete ma non mi risvegliano alcuna reminiscenza…

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L’origine mitica della gens Fabia, da Ercole e una ninfa…

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Quinto Fabio Massimo, il temporeggiatore, si riconcilia con Minucio

E ho trovato anche, sempre da Palazzo Massimo alle Colonne, le riproduzioni di due monocromi di pregevole fattura

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Venere e Mercurio

Era giovane, Daniele – doveva avere dodici  anni – quando Rosso Fiorentino realizzò proprio a Volterra il suo capolavoro, la Deposizione ora nella Pinacoteca comunale,

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opera di inarrivabile drammaticità e insieme modernissima, in anticipo di secoli rispetto alla pittura dei suoi tempi. La composizione di Daniele, che è di ventidue anni dopo, del 1543, ha qualche elemento comune con quella di Rosso, ma assai diverso è soprattutto il gruppo delle donne, con Maria svenuta a terra (tema che poi divenne quasi canonico nelle Deposizioni successive, portando però al pittore molte critiche da parte di vari teologi e a una sorta di diktat intorno al 1600 per cui la Madonna andava rappresentata in piedi e non svenuta).

Per il resto, ogni confronto con il capolavoro di Rosso è difficile per Daniele, ma in fondo anche ingiusto. Come se uno volesse compararlo al suo maestro Michelangelo. Daniele era un ottimo pittore, figlio del suo tempo, e la sua Deposizione una gran bella opera, che vale la pena andare a vedere, anche perché lì di fronte c’è anche l’Assunzione di Maria, di cui abbiamo già parlato (non paghi nemmeno uno e prendi due…).

E poi, uscendo dalla chiesa, c’è la scalinata e quella vista di Roma che, anche in una giornata grigia e piovosa, fa sempre la sua porca figura…

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