Il quadro nel quadro

Oggi niente improvvisazioni. Avevo deciso di andare a Trinità dei Monti prima di farmi manipolare la spalla dolente da Lilia, mia cugina, e a Trinità dei Monti sono andato. Volevo vedere la Deposizione di Daniele da Volterra e le altre opere cinquecentesche di cui la chiesa è piena. Quando sono arrivato, la sorpresa: mezza chiesa (o anche più) è chiusa da un’inferriata. È la parte dedicata solo alla preghiera per cui, teoricamente, nessuno può mai visitarla: se entri durante l’ora delle messe, vai lì per pregare e dunque non visiti. Quando non c’è la messa l’inferriata è chiusa. Per cui le opere di Giulio Romano, di Perin del Vaga e di tanti altri sono off limits. Strana concezione: io capisco che durante la messa i turisti non possano girare, è giusto, è una questione di rispetto. Ma sequestrare a turisti e amanti dell’arte quelle cappelle anche quando non ci sono funzioni mi pare una cosa sbagliata.

Comunque sia, la pala con la Deposizione di Daniele da Volterra è nella zona visitabile, anche se pure quella cappella, come tutte le cappelle del resto, è chiusa da un’inferriata fitta fitta che ne rende un po’ faticosa la visione (‘sti francesi…). La pala è bella ma ne scriverò in un altro post. Quella su cui scrivo oggi è un’altra opera dello stesso artista, che sta in una cappella dell’altra navata, quella destra. Si tratta di un’Assunzione della Vergine, un affresco questa volta, anch’essa sull’altare.

Versione 3L’iconografia è sempre quella: la Madonna che ascende al cielo su uno sbuffo di nuvole (circondata da un coro d’angioletti festanti). Sotto, accanto a un sarcofago, apostoli e fedeli più o meno sorpresi (sulla destra, un apostolo con capelli e barba bianca è un evidente ritratto di Michelangelo Buonarroti, il maestro di Daniele da Volterra). Ma è qui, tra gli apostoli, che c’è un quadro nel quadro: una conversazione tra un vecchio sulla destra, (dall’enorme chiave che ha nella mano sinistra direi che si tratta di Pietro) e un giovane in abito cangiante che lo guarda con la testa appoggiata alla mano destra. E potrebbe essere Giovanni. Chissà che si dicono, chissà che cosa dice Pietro a Giovanni, mentre la madre del loro Signore ascende al cielo e loro quasi non se ne accorgono….

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Se uno guarda il dipinto, l’occhio cade giocoforza sui due che parlano. E allora questo dialogo deve essere il significato vero di questa pala d’altare. Quale sia questo significato non lo so. Certo che è un peccato essere ignoranti. Da qualche parte, in qualche saggio,  qualcuno avrà letto e interpretato quest’opera, magari alla luce delle diatribe teologiche dell’epoca (dovremmo essere intorno agli anni del Concilio di Trento).  Noi ignoranti, ma con una certa abitudine a guardare quadri, arriviamo con l’intuizione fino a un certo punto. Poi serve lo studio…

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