Come l’acqua del fiume di Eraclito, mai due raccolte di erbe di campo saranno eguali tra loro (“precise intifiche” direbbe Montalbano). L’ho scritto e lo sottoscrivo ancora. Ieri ero sceso in campo con l’idea di fare due raccolte separate: erbe (cicorie) da una parte e fiori (infiorescenze di crocifere) dall’altra. E per uno strano caso del destino non ho cambiato parere. Così ho raccolto un bel po’ di cicorie (c’era un crispigno da urlo…) e poi mi sono diretto nell’orto, dove la minestra napoletana continua a fare fiori, laterali ma buonissimi; come pure i broccoletti all’olio e il cavolo nero. Quello che vedete qui sotto è il risultato al termine del lavoro (ché lavoro è…): due belle porzioni di fiori.
E una volta cotte a vapore e accompagnate da un hamburger di Facioni (hanno un sapore fantastico: chianina mixata con l’erba cipollina e la fecola di patate) e un po’ di patate pecorelle, hanno costituito una cena deliziosa. Il vino? Le Terrasses du Larzac 2013, un gran bel vino della Linguadoca (vedi qui la scheda: Calmel & Joseph Terrasses du Larzac rouge 2013).
Se qualche cittadino venisse preso da un po’ d’invidia, sappia che vivere in campagna ha le sue controindicazioni: albe splendide, e notti stellate da paura, silenzio assordante (a parte quando sparano) ma pieno di rumori, aria così buona che un po’ ti stordisce, olio (quando c’è) che sai quel che mangi, vicini abbastanza lontani da essere per forza discreti, una spalliera di uva da tavola che quando è il momento è bello piluccare gli acini infilando le mani tra api che ti ignorano perché tanto c’è da mangiare per tutti…
che bello il pasto con i fiori…gli amici maremmani mettono i fiori blu della borragine (o boragine?) nell’insalata oppure li friggono nella pastella
Bell’idea. Ne abbiamo in stagione talmente tanti… Proveremo
Con questo post, la voglia di venire a trovarti è veramente tanta. Devo far presto, altrimenti erbe e fiori finiscono.
Sbrighete. Ché in effetti siamo alla frutta (in senso figurato, s’intende…)