«L’autore di questo libro giura al lettore che non dovrà morire dopo averlo letto, come accadde al suo predecessore, che utilizzò il Dizionario dei Chazari edito nel 1691, quando il primo scrittore di questo libro era ancora in vita. A proposito di quella edizione occorre fornire alcuni chiarimenti, ma per evitare discorsi troppo lunghi il lessicografo propone ai lettori una specie di patto. Mentre lui scriverà queste note prima di cenare, il lettore le leggerà dopo mangiato. In tal modo la fame costringerà lo scrittore ad essere conciso, mentre al lettore sazio l’introduzione non sembrerà troppo lunga».
L’altro giorno mi è tornato in mente questo libro di Milorad Pavic letto quasi trent’anni fa. Ho dovuto rovistare un po’ nella libreria ma alla fine l’ho trovato (e nella ricerca è saltato fuori anche il primo volume della splendida trilogia di Eduardo Galeano, La memoria del fuoco, oggi introvabile). L’attacco è fulminante, come avete potuto vedere. Il libro, nei miei ricordi, molto borgesiano. Ne saprò dire meglio tra un po’…