Oggi ho fatto il turista nella mia città. Una missione scappa e fuggi. Una visita mirata, quasi chirurgica. Meno di quattro ore, tra andata a Roma e ritorno, e abbiamo visitato due chiese che non avevo mai visto. Anzi di una ignoravo proprio l’esistenza fino a un paio di giorni fa.
La voglia mi è venuta vedendo le foto di un’«amica» di Facebook che di mestiere fa la storica all’arte e posta sempre cose interessanti. Entrambe le chiese poi sono vicine al parcheggio sotterraneo del Gianicolo e dunque la visita risulta assai facile.
La prima è Sant’Onofrio, la chiesa dove è sepolto Torquato Tasso, un piccolo scrigno pieno di gioielli, dal cui giardino si gode una vista splendida, che all’interno ha dei capolavori come l’Annunciazione di Antoniazzo Romano (e l’abside è affrescata da Baldassarre Peruzzi e dal Pinturicchio…) e che per di più ha uno splendido chiostro con lunette del Cavalier d’Arpino e aiuti. La seconda, quella di cui non conoscevo l’esistenza, si chiama San Lorenzo in Piscibus, sta esattamente all’uscita del parcheggio verso via della Conciliazione, e proprio la realizzazione di questa strada novant’anni fa l’ha in pratica inglobata all’interno di costruzioni realizzate all’epoca. In quegli anni la «debarocchizzarono» e oggi l’interno presenta una struttura basilicale semplice e armoniosa (magari anche un po’ finta…) con delle belle colonne di spoglio.
Mio nonno Enrico diceva che non basta una vita per conoscere Roma. (E del resto questo è anche il titolo di un bel libro di Silvio Negro.) Io preferisco dire che Roma ti sorprende sempre, fino alla fine…






