Oggi sono andato a passeggiare di nuovo sull’Aia. La settimana scorsa Natale e io avevamo provato a risalire il corso del torrente da Vescovio, arrivando fino alla Mola Concezzi. Quest’oggi abbiamo provato invece a scendere da Rocchette, sempre verso la Mola. Ma di questo parlerò prima poi in un altro post, magari quando riusciremo, seppure a tappe, a completare il percorso da Rocchette a Vescovio.
Quello di cui voglio parlare oggi è un tema più generale e riguarda i rifiuti. Giovedì scorso ho scattato una foto, non lontano da Vescovio, che a suo modo faceva sorridere. Questa qui sotto

Oggi, scendendo da Rocchette verso il torrente, abbiamo visto una quantità impressionante di monnezza buttata lungo la scarpata, a deturpare un luogo bellissimo come la forra entro cui scorre il torrente sotto il paese. Uno scempio che non ho avuto il cuore di fotografare, ma che mi ha ricordato, ad esempio, quello perpetrato da sempre lungo la strada della centrale Farfa 1 nel territorio di Fara in Sabina, dove nella scarpata che sovrasta il Fosso Riana sono stati buttati mobili, sacchi neri, bidoni di vernice, cessi, cucine, pneumatici e chi più ne ha più ne metta; oppure l’altro immondezzaio a cielo aperto nella scarpata poco sopra Catino.
La costante è sempre quella: buttare i rifiuti lungo pendii ripidi che li nascondono a un primo sguardo, ma che li rendono non più raccoglibili in nessun modo, o quasi. Quasi che chi lo fa si vergogni di farlo o magari pensi di nascondere così la propria malefatta o perfino di renderla meno grave. Senza capire che invece rendono irrecuperabile lo sfregio che fanno alla natura e alla vita degli altri.
E allora viva la sfrontatezza di chi, davanti a un cartello che invita ad aiutare a mantenere pulito, lascia i propri rifiuti proprio lì sotto, magari per irridere la buona volontà e la buona fede di chi si fida del prossimo; ma, così facendo, lascia i rifiuti a portata di raccolta e non a marcire per sempre in luoghi irraggiungibili.
Pensandoci bene, potrebbe essere anche una strategia da perseguire per chi governa la cosa pubblica. Da un lato rafforzare e rendere sempre più agevole l’utilizzo dei luoghi di raccolta comunali o intercomunali. Dall’altro, diffondere cartelli come quello giallo fotografato vicino a Vescovio, magari mettendoci subito qualche rifiuto – come i suonatori di strada che mettono nella custodia del proprio strumento qualche biglietto per invogliare i passanti a dare qualcosa – ma raccogliendo spesso quello che viene lì lasciato. Stimolando insomma una sorta di effetto emulazione che sottragga qualche scarto dalle scarpate.