In questi giorni d’agosto non posso non pensare a mia nonna. Era il suo mese.Di solito andava al mare, al Lido di Spina, con l’immancabile Peppina, dove il 10, il giorno di San Lorenzo e delle stelle cadenti, un numero imprecisato di figli (praticamente quasi tutte figlie) e nipoti la raggiungevano arrivando un po’ dappertutto, per festeggiare il suo compleanno. Ha mancato di poco i 100, nonna Angela. Ma se contiamo anche gli anni in cui continua a vivere nella memoria mia, dei cugini e di chi l’ha conosciuta, Angela Gulmanelli, vedova Urbinati, ha superato quest’anno i 121…
Nonna Angela è sempre stata una buona forchetta. Non tanto nel senso della quantità quanto in quello della qualità. E aveva anche le sue “fisse”.
Mi ricordo una delle ultime volte che l’ho vista, sarà stato il ’95 o giù di lì. Più vicina ai cento che ai novanta (era del 1898) era tornata piccina, tutta curva com’era. E, quasi cieca e sorda, viveva in un mondo tutto suo, intenta a ricordare i suoi cari e pregare per loro. Me la ricordo nella sua poltroncina nella stanza di fronte all’ingresso della casa di Via Ernesto Masi 20 a sferruzzare. Ma se ti facevi riconoscere e la toccavi, ti guardava sollevando un po’ gli occhiali (non so cosa vedesse, forse era solo la forza dell’abitudine) poi, con una vocina flebile flebile, diceva “Il mio Enrico” e poggiava la guancia sulla mia mano che la accarezzava.
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Che belli i ricordi delle nonne….io non mi ricordo quasi niente della mia, ero piccoletta quando è mancata e mi dispiace perchè era una Super Nonna. La mia si chiamava Olga.
Io le ricordo bene entrambe
Fortunato.