
Un avventore di Ronzi e Singer nel 1907. Foto “rubata” a Roma Sparita
In un piccolo saggio della Strenna dei Romanisti del 1970 che ho citato nel post precedente, in cui si riportavano le voci discordanti nella Roma di cent’anni prima, c’è un curioso documento pubblicato così, senza commenti, che mi ha subito incuriosito. È una specie di lettera aperta a un certo “Onorevolissimo Signore” (il sindaco di Roma?) con la quale Ronzi e Singer (anzi, Singere, così si firma), titolari di uno dei più famosi locali della capitale, annunciano nell’ottobre 1870 la loro decisione di “nobilizzare” un negozio già esistente su Via del Corso, ai numero 202 e 203, all’angolo di Piazza Colonna, nel Palazzo Del Bufalo-Ferrajoli
“Al numero 202 – si scrive – emergerà una completa Pasticceria e Confetteria, all’uso d’Italia, Francia e Germania, con ogni assortimento di Paste, Canditi, Frutta, Cartonaggi, Gelati, Liquori e quant’altro può essere inerente a questo ramo, ricevendosi ordinazioni particolari anche di Rinfreschi, Gabarè modulati ed altro”.
All’attiguo numero 203, invece, ci sarà “un nobile Ristorant, per comodo di Chiunque, ed a qualsiasi ora, per pranzi, Dejeuners, Buffet, Caffè, Gelati all’uso Napoli, con isquisita Cucina Romana, Milanese, e Francese, e con molti vini Esteri, e Nazionali, giusta i desideri degli onorevoli Avventori”.
(Quello che segue è il link per leggere il testo integrale della “lettera aperta” di Ronzi e Singere).
Il vento del nuovo, insomma, nella “capitale del mondo” liberata dalla cappa mortifera dell’ultimo Pio IX, passa anche attraverso queste iniziative. Il caffè Ronzi e Singer è stato per oltre cent’anni, fino al 1978, uno dei ritrovi più importanti di Roma. Poi, come tanti altri nomi storici del Centro – praticamente tutti o quasi – ha chiuso. Ma questa è un’altra storia…