Quando ieri sera ho appoggiato sul tavolino accanto alla poltrona il piatto della mia cena e il bicchiere che l’ha accompagnata ho pensato: «Adesso fotografo il tutto per un post che s’intitolerà “Felicità”». Eccoli, la foto e il post.
Era tutto perfetto. L’avevo intuito prima di iniziarlo (in realtà in cucina avevo già massaggiato il mio io con una polpetta) ma boccone dopo boccone, sorso dopo sorso l’intuizione s’è sostanziata in un piacere intenso e costante. Devo avere già scritto del mio amore per le polpette; quelleche Daniela ha fatto ieri, profumate al limone, erano puro godimento. E i carciofi, i nostri carciofi, cucinati al tegame con vino limone ed erbette, ne erano il degno contraltare. Il vino, poi, si sposava perfettamente. Un moscato pugliese, il suo nome è Maccone, in cui l’uva al sole potente del Barese perde un po’ della sua aromaticità tipica ma acquista sentori quasi da Sauvignon e una potenza esplosiva e insieme controllata.
Alba signanda lapillo dies.
Caro Enrico, ti ringrazio di questo post per 3 ragioni.
1- Sono andata a cercare la traduzione di “Albo signanda lapillo dies”, ho studiato latino solo alle medie, e mi sento molto ignorante; ne ho scoperto il fantastico significato.
2- Nella ricerca, sono inciampata sul post che ti segnalo perché racconta una storia interessante, sulla quale riflettere, che nasce da questa locuzione latina
http://www.facebook.com/sharer.php?u=http://www.oltrelabirinto.it/news.aspx?idC=1638
3- Anche noi adoriamo le polpette, in tutte le salse e varianti possibili.
Viva le polpette