Ho scritto molto di cicoria su questo mio blog. E molto ne scriverò, credo. Oggi è stato giorno di raccolta. Dopo aver zappato l’orto – sono decisamente a buon punto – sono risalito verso casa tra gli olivi con l’insalatiera in una mano e il coltello nell’altra fermandomi qui e là a raccogliere cicorie. Oggi era quasi tutto tarassaco. Che non è niente affatto male…

È fantastico fare cicoria – mi ripeto, lo so, ma repetita iuvant, no? – senza fretta, dandosi tutto il tempo che serve, infilando il coltello nel terreno per estrarne un cespo lasciando la radice dentro (per questo la cicoria è per sempre: perché tu la raccogli oggi e lì domani ne nascerà un altro cespo); pulendola al momento, così rilassi per qualche secondo la schiena prima del prossimo piegamento; e così via fino a che il contenitore è pieno.

Sembra tanta, ma una volta cotta sono giusto due porzioni abbondanti. Evviva. E poi sono passato alla bieta selvatica, che è molto più semplice. Vicino casa c’è un posto dove cresce spontanea in grandi cespi. Lì si tratta di prendere le foglie più grandi e aspettare che le piccoline crescano per un’altra raccolta. Ma quant’è buona anche la bieta…

Certo, se non ci immette i guanti ci si sporca un po’ le mani (non in senso figurato). Ma anche qui, dov’è il problema? Sapone, spazzolino e le mani da intellettuale tornano come prima. Pronte per la tastiera del computer…
