Sette anni fa ponevo fine alla mia carriera di scooterista. Nel post che ribloggo racconto la mia esperienza di quei giorni. Non sapevo, non potevo sapere, che tra le conseguenze di quella caduta ci fu anche l’accelerazione della sostituzione della protesi all’anca… Come dice la canzone, son contento di aver rottamato lo Scarabeo ma mi dispiace. Son contento perché anche in seguito a quella decisione sono ancora qui a scibacchiare su questo blog. Mi dispiace perché le sensazioni che si provano sulle due ruote sono incomparabili. Tra queste, quella – non ridete, vi prego – di quando, iniziando l’ultima discesa verso casa, mi toglievo il casco e percorrevo gli ultimi due chilometri circa con il vento tra i capelli. Unforgettable anche lei.
Anche questa la posso raccontare, quindi vuol dire che non è stata così tremenda. Anche se scriverla è un po’ dolorosa per via delle abrasioni alle punte dei polpastrelli dei diti della mano sinistra.
Ieri ho posto fine alla mia carriera sulle due ruote con un volo di cui non ricordo nulla. Solo l’immagine di un gruppo di macchine ferme una cinquantina di metri davanti a me che arrivo più o meno a 60 all’ora (ero in un punto della Salaria dove si va tutti in fila in attesa di arrivare all’ingresso dell’autostrada, prima di Settebagni venendo da fuori Roma) la frenata improvvisa e poi il buio. Un flash sull’autoambulanza quando l’infermiera mi suggerisce di chiamare mia moglie (cosa che ho fatto ma non ricordo) e poi al pronto soccorso del S.Andrea la pulizia un po’ ruvida delle abrasioni sulle braccia, la Tac total body, le radiografie, la polizia stradale…
View original post 421 altre parole