Ci sono dei libri che non li trovi tu, ti trovano loro. È questo il caso di Il suono della solitudine, di Michele Marziani, pubblicato da Ediciclo nel novembre del 2018, nella collana Piccola filosofia di viaggio. Tecnicamente un “libriccino”, come l’avrebbe definito l’amico Mirko B., che insegnava italiano all’Università e per lunghi anni ha avuto una rubrica di critica cinematografica sulla rivista in cui ho lavorato tutta la vita. Neanche 100 pagine, una copertina molto bella, il sottotitolo che dice: Piccole storie da raccontare a te stesso.
Il libro mi ha trovato, dicevo. In realtà mi ha trovato il suo autore, complice un amore che lega entrambi a Grace Paley, la grande autrice americana di cui ho scritto un paio di volte (qui e qui). In una di queste “non recensioni” s’è imbattuto il buon Michele mentre cercava materiale sulla rete, ha visto qualche affinità con il sottoscritto, mi ha contattato su Messenger e mi ha mandato questa sua “fatica”. E già, perché nonostante le non troppe pagine, nonostante la scrittura scorrevole di chi le parole sa bene come usarle, non deve essere stato un parto facile (come ammette del resto l’autore). Perché il libro parla sì di “solitudine”, ma non in termini teorici o astratti. Ne parla parlando del “solitario” che ce ne parla, raccontandoci la propria vita, la vita di uno che la solitudine l’ha scelta ma è stata una scelta quasi obbligata dalla propria natura.
Ci sono pagine molto belle e profonde in cui mi sono ritrovato pienamente, anche se io, rispetto a uno come Michele Marziani, mi sento come Montale che guardava Esterina tuffarsi sentendosi “della razza che rimane a terra” (no, non mi sono montato la testa, era solo per dare l’idea…): perché, come dice ancora Michele, “la solitudine sta sull’abisso” e io soffro di vertigini; ma le pagine sul camminare, sul viaggio, sulla sacralità del mondo, solo per fare qualche esempio, sono davvero coinvolgenti e le sento mie, anche se purtroppo io sono di quelli che rimangono a terra…
Qui me la smetto, come diceva un grande sindacalista che ho intervistato tante volte, perché se no questa diventa una recensione e io non scrivo recensioni, non ne sono all’altezza. E poi ho un altro libro di Michele che mi aspetta. Uno che s’intitola Umberto Dei, sottotitolo: Biografia non autorizzata di una bicicletta (ditemi voi se non è geniale…) ed è stato pubblicato da Cult editore nel 2008. E questo me lo sono comprato da solo…
P.S. Questo post scriptum è per Roberta e Sergio. Se leggendo queste righe vi venisse voglia di comprare Il suono della solitudine, fatelo solo se volete regalarlo. Le copie per voi le ho prese io e ve le do prima possibile.