Ieri ho visto della cose assai belle durante la gita organizzata da noi, Amici del Museo, a Cottanello. A partire dalla villa romana degli Aureli Cottae (antica famiglia che dà evidentemente il nome al paese) con i suoi mosaici pavimentali policromi, semplici e affascinanti (che avrebbero bisogno di una manutenzione più costante, ma ahimè, come sempre in questo paese, i soldi mancano…).
Passando per lo splendido eremo di San Cataldo, che finalmente sono riuscito a vedere dopo anni che ci pensavo, davvero un sito imperdibile, così scavato e assieme costruito nella parete del monte, con quella pietra dal colore caldo che s’aggrappa alla roccia,
e con affreschi splendidi, specie quello a tutta parete con il Cristo benedicente, santi e apostoli, con le sue figure bizantineggianti e splendidamente conservate nonostante i suoi mille (più o meno) anni di vita.
Ma quello che mi ha colpito di più nella giornata è stato un frammento d’affresco, sempre nell’Eremo, con un bel gioco tra manone e piedini, che è quasi tutto quello che resta del dipinto. Ho pensato a un San Cristoforo, ma forse è una Madonna che regge il figliolo in questo modo originale e tenero, opera di un pittore locale, dalla tecnica
un po’ rozza ma dalla forte espressività, capace di emozionare a distanza di secoli chi guarda (almeno me). È inutile, sto davvero diventando vecchio se bastano un paio di piedini a farmi sciogliere.
P.S. Siamo stati anche alla cava del famoso marmo rosa di Cottanello e abbiamo girato un po’ per il borgo, che è molto bello. Ma in questo post parlavo sopratutto di emozioni…