Ma come sono diventato bravo e sensato con gli anni (tranne che al volante, ma questa è un’altra storia…).
Oggi con mio cugino Marco siamo andati a camminare sul Tancia. Partiti dall’Osteria, puntavamo ad arrivare alla faggeta da dove, a sinistra si sale in vetta, dritti si scende ai prati di Poggio Perugino. La carrareccia che va ai Trocchi sale su moderata nel sole caldo della mattina e la prima parte va tranquilla, con un tempo splendido e il bel panorama di catene montuose un po’ sfumate, una dietro l’altra fino all’orizzonte.
Dai Trocchi il sentiero si fa più impegnativo, grimpa un po’ di più ed è pieno di sassi. L’ultima volta che c’ero stato risale a qualche anno fa, quando con Sergio salimmo sul Monte Pizzuto passando da qui e la memoria mi inganna un po’. Me la ricordavo più vicina la faggeta. Così, quando usciamo da un boschetto e il sentiero, sempre sassoso, appetta decisamente, per un po’ lo seguiamo poi, dopo aver controllato viewranger e aver constatato che eravamo arrivati a 1121 metri di quota e che avevamo già fatto quattro chilometri, la decisione è stata (con due voti a favore e nessuno contro) quella di tornarcene indietro. Probabilmente mancavano solo poche decine di (ripidi) metri alla meta, ma non ce l’aveva mica ordinato il medico di arrivarci, alla faggeta…
La prossima volta, quando ci torno (perché ci torno, questo è certo e andrò fino alla cima: bravo e sensato sì, ma fino a un certo punto…) so che cosa aspettarmi. Già questo fa la differenza. Insomma, è stata una (bella) prova.