Era da un annetto che volevo andarci, da quando cioè me ne aveva parlato Sergio, che mi disse di averci passato una bella mattina. Ma, come spesso mi succede, tra il volere il fare…
Ieri mattina così, senza programmare più di tanto, abbiamo deciso di andare e, presa la macchina, ci siamo diretti verso Otricoli. Arrivati sulla Flaminia a Magliano Sabina, il più è fatto. Otricoli è dietro l’angolo. E l’area archeologica di Ocriculum (ché questa era la nostra vera meta) è anche prima del paese. Si lascia la macchina in un parcheggio con tanto di bar (e di vecchietti che giocano a carte) e si prende a piedi una stradella in discesa. Subito sulla destra ci sono due belle tombe romane, una a torre (che nel corso dei secoli venne riattata a colombaia) e l’altra a nicchia. Un cartello ben fatto in due lingue dà spiegazioni esaurienti sui vari monumenti.

Le due tombe all’ingresso dell’area archeologica
Dopo pochi metri una deviazione a sinistra ti porta per un prato all’anfiteatro, appoggiato per metà alla collina, e con ciò che resta dell’altra metà della cavea che esce dal prato come i denti di un mostro morto a bocca in su.

L’anfiteatro
In un bel prato lì vicino ci sono i resti delle terme (mosaici e statue sono tutti ai Musei Vaticani, dove vennero portati durante degli scavi di fine Settecento) con la sala ottagona.

La sala ottagona delle Terme, sullo sfondo le Grandi Sostruzioni (vedi più sotto)
Da lì un sentiero prima in salita e poi in discesa porta al Tevere, dove accanto al Porto dell’Olio (importante in epoca romana ma di resti non ce n’è – magari sono sott’acqua…), c’è la chiesetta settecentesca di San Vittore, con accanto le rovine di un’abbazia medievale (e pare che lì sotto ci fosse una grotta sulle rive del fiume dove vennero sepolti e venerati all’inizio i Martiri otricolani, su questa storia magari ci scriverò un post fra qualche tempo), grotta che ormai dovrebbe essere scomparsa: il marchese Guglielmi (è un suo prezioso volumetto d’epoca la mia fonte sui martiri), quasi cent’anni fa, scriveva che la grotta stava cadendo a pezzi nel fiume. E dunque…

La chiesetta di San Vittore e, in basso a sinistra, la zona del porto dell’olio
Dal Tevere un sentiero risale e sulla strada del ritorno si passa per il teatro, anch’esso con la cavea appoggiata alla collina,

Il teatro
accanto al quale ci sono dei resti imponenti che sono chiamati Grandi Sostruzioni: l’ipotesi più accreditata è che fossero la base su cui sorgeva un tempio, un po’ com’è a Terracina per il tempio di Giove Anxur

Le Grandi Sostruzioni (che sono davvero grandi…)
Con le Grandi Sostruzioni abbiamo finito in pratica il giro. Tenete presente che questi ultimi due monumenti sono a due passi dalle Terme (quelle con la sala ottagona che abbiamo visto all’inizio) e che dunque il sito della vecchia città romana è visitabile in un’ora, un’ora e mezza (l’Antiquarium non l’abbiamo visto perché è aperto solo il sabato e la domenica) con una passeggiata di due chilometri e mezzo. (Come testimonia la mappa del giro che abbiamo fatto, che ho registrato con l’applicazione View Ranger, quella che utilizzo quando vado a passeggiare.)
Per gli appassionati segnalo che nell’area archeologica, alla fine di maggio (nel 2019 i giorni saranno il 2526-27 maggio) ha luogo una rievocazione storica che si intitola Ocriculum 168 AD. Qui il link al sito della manifestazione.