Ho parlato qualche tempo fa di una poesia che credevo del Belli e che invece era di Augusto Marini, avvocato, patriota, soldato, garibaldino. Narra di Pio IX chiuso in Vaticano dopo il 1870. Un ritratto non proprio amichevole, in cui “la vita del prigioniero” (questo è il titolo del sonetto) scorre monotona tra la preghiera (“se ne va in cappella a fa’ ‘na chiacchierata cor Padrone”), il cibo, la lettura, il gioco, e, immancabili, prima di addormentarsi, le maledizioni per chi, privandolo del regno, l’ha costretto in quella situazione.
Qui il testo del sonetto.
Alla fine della prima terzina si dice che il papa giocava a “maroncino”. Incuriosito ho cercato sulla rete ma non ho trovato nulla su questo gioco. Poi ho cercato meglio e ho trovato che proprio il Belli ne aveva parlato in un sonetto intitolato proprio “Er gioco der marroncino”. E nelle note è lo stesso Belli a spiegarne la natura e lo svolgimento: «Gioco che si eseguisce da due o più persone con un ciottoletto o altro pezzo di pietra, il più che si può rotonda, gettandola ad una certa distanza, e procurando di lanciarvi vicini de’ baiocchi». Qualcosa insomma tra il curling e il battimuro.
PS Per chi fosse interessato, l’altro gioco di cui si parla, la Calabbresella – dove Pio IX “perde e biastima, vince e fa er buffone” – è una specie di Tressette.