«Cuori svampanti, che s’aprono in faville». Stamattina il libro che sto leggendo mi ha regalato molte emozioni. Prima, la citazione appena ricordata (è un frammento incredibilmente musicale, quasi due versi: un quinario e un settenario; fa parte di una citazione più cospicua da L’ignoto marinaio di Vincenzo Consolo). Poi una lettura densa e coinvolgente di una parabola dal Vangelo di Tommaso, uno dei più famosi tra i vangeli apocrifi: la parabola della donna che trasporta la farina. E ancora due righe fulminanti: «Le parole amate non si scolpiscono nella mente. Le parole amate scolpiscono la mente, senza scalfirla».
Il libro che sto leggendo è Con molta cura di Severino Cesari, edito da Rizzoli. Ne avevo letto qualche recensione quando è uscito qualche mese fa, ma ero restio a prenderlo. Non so bene perché (o forse lo so, ma non è questo l’importante). L’altro ieri era tra le offerte giornaliere sul Kindle. Confesso che mi sono fatto tentare dal prezzo (poco più di un caffè e un cornetto a Roma) ma devo dire che da quando ho iniziato a leggerlo, praticamente subito, non riesco a smettere. Il sottotitolo (La vita, l’amore e la chemioterapia a km zero. Un diario 2015-2017) dice molto del libro, almeno dei contenuti, ma non dice, non può dire tutto: raramente ho trovato una scrittura così nitida e profonda, il dettaglio che rivela, la luce del sole e della luna che ti sembra di sentirle sulla pelle, la luce della vita che riverbera nelle parole.
Lunedì lo ordino in libreria. Lo voglio avere, di carta, sul comodino accanto a me.