Adesso (ore 16 e qualcosa) il termometro esterno, che sta rigorosamente all’ombra h24, segna 39 gradi abbondanti. Stamattina, verso le 10, segnava solo 33 e rotti. Ed è stato allora che, al ritorno dai miei sei chilometri di passeggiata a buon ritmo (su un sentiero, va detto, in gran parte all’ombra) mi sono dedicato all’attività propria dell’uomo fin da quando esso (uomo) esiste, la raccolta dei frutti della natura.
In primis i fichi: l’albero della piscina è giunto finalmente a maturazione e dunque è l’ora di allungare le mani dall’interno della sua chioma e carpire i frutti maturi. Detto fatto.
Poi le more. La nostra spalliera di more coltivate quest’anno non sta in buona salute. Ma sul confine con Roberto e Simona s’è sviluppato un bel roveto che in distanza si segnala con un fottio di macchioline rosse e nere. Ne ho colte solo un po’ ma sono belle e tantissime, le more. (Avviso a Roberto, se mi legge: probabilmente ce ne sono tante anche dalla tua parte, non farle andare a male…).
Dulcis in fundo. Sergio, che è passato a trovarmi e a fare un tuffo e una nuotata nelle acque splendide della nostra piscina, e non s’è presentato a mani vuote ma, quasi intuisse qualcosa, ha portato un bel po’ di pezzi di (ottima) pizza bianca. Vederla, squadernarla e farcirla con un bel fico maturo è stato un sol gesto. Ricompensato da uno di quei sapori che cambiano il segno alla giornata.
E così, ‘fanculo ai 39 gradi… Tra un po’ vado a fare un altro bagno in piscina. Probabilmente l’acqua, che stamattina stava intorno ai 26-27 gradi, tra un po’ sarà vicina ai 30. Doppia goduria…
P.S. Alle 18 l’acqua della piscina era salita solo a 28-29 gradi . Bene lo stesso…