Doveva essere il 1970 o giù di lì. Ero alla fine del liceo e da tempo ero il “secondo della classe”. Non era stato facile retrocedere dal gradino più alto del podio, ma con Alberto non c’era mai stata storia. Mai vista una simile capacità di studio: non era possibile competere. Io però ero molto più bello (pensate lui che doveva essere…).
Alberto aveva anche un’altra dote. Se si metteva in mente di vedere qualcosa, ci riusciva. Lui voleva vedere e conoscere tutto. Di meno, non s’accontentava. Così sapeva bene a chi chiedere per vedere e visitare questo e quello. Io spesso ne approfittavo e lo seguivo. Così una volta mi portò sulla Colonna Traiana. “Sulla” nel senso di “alla sommità”. Non so come ci riuscì, né ricordo se vennero ad aprircela o si fosse fatto dare le chiavi (propendo per la prima ipotesi). Ma ricordo abbastanza bene la salita lunga sulla scala a chiocciola interna (leggo su wikipedia che sono 185 gradini, all’epoca mi sembrarono anche di più), la poca luce, il senso di “non benessere” provato salendo. Così come ricordo che, una volta in cima e aperta la porticina che dà sul cornicione sotto la statua di S. Pietro, io non volli uscire (soffro di vertigini). Mi affacciai restando sempre ben attaccato agli stipiti, ma non misi piede fuori. Ricordo anche che pensai: “Chissà se regge, chissà da quanto non s’affaccia nessuno qui”.
In effetti, vicino alla porta trovammo un po’ di iscrizioni in latino, graffite nella pietra, di visitatori che ci avevano preceduti. Erano datate millecinquecento e qualcosa, mille seicento, mille settecento. La più recente aveva più di cent’anni. Tanto che anche noi ritagliammo da una busta un quadrato di carta e, in un latino un po’ maccheronico, scrivemmo che Alberto F. ed Enrico G. erano stati fin lassù, nell’anno domini MCMLXX, infilando il foglio in una nicchia. Chissà che fine ha fatto…
Il tutto mi è tornato in mente oggi, scendendo da Magnanapoli verso il Vittoriano, in una splendida giornata di sole che non sembrava proprio inverno.
post carinissimo…un caro viaggio nel ricordo…io sono specialista anzi quasi vivo più nel passato che nel presente piacere paola
Grazie. Il piacere è mio. Enrico
Prego mille enrico