La sorpresa

Strano pomeriggio, questa domenica. Provo a metter un po’ d’ordine nel mio studio: impresa improba. Comunque sia, butto un po’ di vecchi giornali, altri ne impilo in attesa di decidere quali buttare. Nel frattempo suono un cd di Kevin Ayers sull’impianto, mentre altri ne digitalizzo per ascoltarli anche in macchina. (Ebbene sì, sono multitasking: la condizione essenziale per fare male le cose…).

unknownPoi mi metto al computer e, senza un vero motivo, cerco su Google qualcosa su Alberto Ongaro, scrittore che ho molto amato (nella scrivania che sta accanto al mio letto ci sono, in fila, tutti e diciotto i suoi romanzi) e di cui ho già parlato su questo blog (qui e qui).

Non che speri in nuovi libri dopo Athos: mi ricordo di aver letto un’intervista dell’anno scorso in cui diceva che il tempo della scrittura per lui era finito (e d’altronde è nato nel 1925…). Su Google trovo proprio quell’intervista e la rileggo da cima a fondo. Grande Ongaro, penso, bello invecchiare con questa lucidità.

ongaroPoi, chissà perché vado su Amazon e cerco alla voce Libri. E lì c’è la grande sorpresa. Un nuovo romanzo del nostro, uscito a novembre dell’anno scorso. Il respiro della laguna, s’intitola. Un giallo ambientato a Venezia, la sua città.

Strana bestia Google. Uno si aspetta che se digita il nome di uno scrittore, la prima cosa che dovrebbe apparire è il suo ultimo romanzo. E invece no.

Allora allargo la ricerca su Google aggiungendo ad “Alberto Ongaro” anche “Il respiro della laguna” ed ecco che appaiono alcune recensioni.

Una la leggo e ve la segnalo, quella di Edoardo Zambelli su Nazione Indiana, uno che ha molto amato Ongaro, proprio come me. Lunedì vado in libreria. La domenica decisamente non è stata inutile.

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