Elogio del pecorino (romano)

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Per certi tipi di pasta – amatriciana, ad esempio, o cacio e pepe – è imprescindibile. (Anche se certi pecorini appenninici andrebbero provati in variazioni sul tema – e sarebbero belle variazioni, alla faccia dei dogmatici…).

Ma a me il pecorino romano piace anche così, da solo, con un po’ di buon pane e magari qualche oliva nera al forno. Certo, non uno di quei pecorinacci secchi e salati a dismisura, che a solo guardarlo ti viene sete. Ma uno di quelli morbidi, tipo Brunelli, per capirci, tirato fuori dal frigo un bel po’ prima, in modo che sia bello sudato.

Insieme ci berrei un bel vermentino, sardo magari (tipo Canayli) oppure, perché no, provenzale, là dove l’uva vermentino la chiamano “rolle”. Ma se ci sono suggerimenti su possibili abbinamenti, siamo pronti a provarli…

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