Rigatoni e bellofausto

Qualche anno fa abbiamo piantato degli asparagi nell’orto. Il primo anno niente o quasi, poi, ogni anno, arrivano all’improvviso e crescono. Sono velocissimi e diventano in un botto delle specie di alberi. Se ti distrai un istante sei finito. Ma Lina, la signora che ci aiuta in casa e che è una cuoca provetta, ha fatto un lavoro certosino sulle infiorescenze e sui pezzi edibili e alla fine ce n’era un bel po’ da cucinare. Mi ha consigliato: gli dai una sfiammata con il vino e poi li fai andare piano con un po’ d’acqua. Così ho fatto. Ma prima del vino li ho fatti andare un po’ nel grasso del guanciale che avevo fatto andare per un po’, portato alla croccantezza e poi messo da parte in attesa del momento di impiattare.

E così ho fatto la pasta: rigatoni, guanciale croccante, asparagi e pecorino. Il tutto bagnato da un bellofausto 2006. Niente male il nostro vino. Basta solo aspettare cinque-sei anni, incrociare le dita e di solito una bottiglia su due è bevibile (e anche un po’ meglio che bevibile). Un metodo assolutamente scientifico…

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