

Raramente confronto tra maestro e allievo fu più facile. Le due tavole con Lo sposalizio della Vergine, quella di Pietro Vannucci, detto il Perugino (a sinistra) e quella di Raffaello Sanzio hanno più o meno le stesse dimensioni, data più o meno uguale (1504), e composizione assai simile.
Non sono uno storico dell’arte e non mi avventuro lungo strade che non conosco così bene. Ma anche io vedo la grande differenza tra i due dipinti. E sarebbe facile dire che quella di Raffaello è più bella. Ma non è tanto la bellezza quella che conta, quanto lo spirito del tempo che è diversissimo. L’anno di realizzazione è lo stesso (anche se Perugino iniziò a lavorarci nel 1501) ma uno è un pittore di quasi cinquant’anni, che affonda le sue radici nel tardo Quattrocento, l’altro ne ha solo ventuno ed è proteso al futuro.
Il Perugino è un grande, grandissimo pittore. Raffaello, che vivrà solo altri sedici anni, ha cambiato la storia della pittura.
P.S. Alla Galleria nazionale dell’Umbria a Perugia si è aperta venti giorni fa (durerà fino all’11 giugno) una grande mostra per celebrare Vannucci/Perugino, a cinquecento anni dalla morte. Andrò a vederla, spero presto
P.PS. Non ho scritto su queste pagine per due mesi. Credo la pausa più lunga nella “storia” di questo blog. Ricomincio oggi, anche se debbo ancora capire come gestire al meglio il rapporto tra questo spazio, FB e IG…