«Per me il rapporto con la montagna è stato sempre un mix di sogno ed esperienza concreta – scrivevo qualche tempo fa su FB alla fine della vacanza a Predazzo. E continuavo spiegando: «Sogno sui racconti delle imprese di papà e di mio fratello quando ero troppo piccolo per accompagnarli, o di quelle degli amici quando, più grande, le vertigini mi hanno impedito molte escursioni che avrei voluto davvero fare. Ci ho provato, qualche volta, ma bastava un passaggio un po’ esposto per sentire le gambe liquefarsi, sicché…
«Comunque in questi ultimi venti-trent’anni ho fatto delle belle escursioni, anche impegnative e faticose – concludevo –. Alla fine di questa settimana di montagna, però, viste le reazioni del mio corpo a passeggiate che qualche tempo fa avrei giudicato abbastanza facili, mi sa che il versante “sogno” riprenderà ad avere il sopravvento».
In realtà è da tempo che continuo a sognare. Almeno da quando ho scoperto un sito sulla rete, che si chiama «Escursioni sui sentieri della Grande Guerra in Trentino», di un signore che si chiama Alessandro Ghezzer, fotografo e cameraman, che ha fatto innumerevoli escursioni sui Lagorai, comprese tutte le cime che danno sulla Val di Fiemme, quelle che ho sotto gli occhi da quasi settant’anni, insomma.
Leggere le sue “ravanate” su e giù per vette, creste, pendii impervi, ghiaioni, cenge e scale di pietra fatte dai soldati durante la grande guerra è un’emozione forte per me, che al massimo nella mia vita mi sono spinto, quando ero giovane, fino alla Selletta Carteri, tra il Cauriol e il Cauriol piccolo, salendo per il sentiero austriaco e rinunciando a proseguire quando lessi la guida che diceva, più o meno, “da qui si procede a sinistra per un sentiero più ripido…”. Più ripido, pensai, Dio mio no, non gliela posso fare. E, sventurato, non procedetti.
E oltre alle emozioni ho acquisito anche conoscenze che mi saranno utili nella mia prossima vita, quando sarò uno scalatore provetto (oltre a essere un capellone biondo e un pianista con i fiocchi) e anche conoscenze che non hanno nessuna utilità ma che mi fanno sentire più “ricco”. Come la scoperta della “gloria” detta anche “spettro di Broken”. Sapete cos’è? No? Secondo Wikipedia è «un fenomeno ottico prodotto dalla luce riflessa verso la sua fonte da una nuvola di goccioline d’acqua di dimensioni uniformi. Più concretamente, essa è un’illusione di un enorme ingrandimento dell’ombra proiettata dall’osservatore, quando il Sole è basso, sulla superficie delle nuvole che circondano una montagna su cui l’osservatore si trova. Solitamente è caratterizzata dalla presenza di una corona luminescente intorno al capo o comunque alla parte più alta della figura”.
Chiaro, no? No? Allora guardate la foto qui sotto, scattata da Ghezzer dalla Cima del Lastè delle Sute, sui Lagorai. Eccolo, lo spettro…
