Ieri sera di getto m’è venuto da scrivere la storia del Beato Adamo. Oggi l’ho rifinita un po’ e la ribloggo qui
Ma che bestia… No, non dico del mulo che mi ha colpito con un calcio, dico del carrettiere suo padrone che, per punirlo di avermi colpito, gli tagliò la zampa con la roncola. Mi aveva stordito, quel calcio. Non me l’aspettavo, stavo aiutando a spingere il carro su per la salita ripida che porta al castello di Cantalupo. Il mulo deve avermi sentito come un fastidio dietro di sé, magari come un peso ulteriore che doveva incollarsi lungo quella reppa, e mi ha colpito alla fronte. Quando mi sono ripreso la povera bestia era a terra nel suo sangue, e ragliava e nitriva insieme, quasi che le sue due nature gareggiassero nel dolore. Il carrettiere mi chiedeva perdono quasi piangendo e le sue grida rivaleggiavano con le urla del mulo. Ancora ricordo la faccia che fece, quell’uomo, quando presi in mano la zampa della povera bestia e la riattaccai al…
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