Ho appena finito, anzi, ri-finito ché era una rilettura, Ultima notte a Twisted River, terzultimo romanzo di John Irving. Oltre 650 pagine, una storia che copre più di cinquant’anni, personaggi indimenticabili, pagine in cui l’autore sfodera la sua vena grottesca e altre di pura commozione, trame e sottotrame agganciate a quella principale: un uomo e suo figlio in fuga per tutta la vita da una persona alla quale hanno ucciso per errore l’amante (che però era anche l’amante dell’uomo che fugge e l’assassino, involontario, è il figlio dell’uomo che fugge). E questo figlio, che fisicamente assomiglia a John Irving (come molti protagonisti dei suoi romanzi), diventa a sua volta scrittore, con una carriera e dei romanzi che ricordano molto quella e quelli dello scrittore americano.
Superate le prime pagine, con la prima morte e l’epopea delle fluitazioni dei tronchi sui fiumi dell’alto New Hampshire e le vicende degli zattieri, prime pagine che sono invero un po’ ostiche, la storia scorre, avanti e indietro, che è una bellezza. Un personaggio su tutti: Ketchum, il tagliaboschi, e il mistero della sua mano sinistra. Assolutamente geniale. Com’è geniale e un po’ surreale il personaggio di Amy, la gigantessa, la Signora dei Cieli, la paracadutista che piomba nuda dal cielo su un porcilaio e riapparirà quando nessuno (tranne il protagonista e il lettore smaliziato, o magari il ri-lettore…) se l’aspetta più. Ma ci sono tante figure, tutte a loro modo indimenticabili.
È il terzo romanzo che rileggo quest’anno di John Irving. Ho deciso di prepararmi all’uscita del prossimo – che dovrebbe essere una ghost story – rileggendo tutta la produzione di quello che è uno dei miei scrittori del cuore, ma rileggendola al contrario. Dall’ultimo al primo. Sarebbe stato più logico fare il contrario, credo. Vedere l’evoluzione, i cambiamenti, le costanti. Ma Irving proprio in questo romanzo racconta come scrive i suoi libri (anche se lo attribuisce è ovvio a Daniel Baciagalupo, alias Danny Angel, il protagonista di Ultima notte a Twisted River). Inizia a pensarli dalla fine, dall’ultima frase, per poi andare a ritroso nell’immaginare la trama, capitolo per capitolo, prendendo appunti su appunti, fino a che trova l’attacco giusto. Da lì in poi attacca a scrivere.
E allora anch’io farò, anzi faccio come lui. Il 2021 sarà l’anno Irving. Adesso stacco un po’, cambio per un po’ mondi e atmosfere ma, finiti un paio d’altri libri, attacco con In cerca di te…