
Vincenzo Del Pinto
Oggi, 5 aprile 2020, domenica delle Palme, è anche la ricorrenza di San Vincenzo Ferrer, predicatore domenicano. È una di quelle date che, pur non essendo legate ad alcunché di familiare (ai primi di aprile c’è il compleanno di mio fratello, il 2, e il giorno dopo quello della zia Roberta), sta conficcata nella mia mente come un chiodo da quasi sessant’anni. E questo perché il 5 aprile era l’onomastico del nostro insegnante di lettere della scuola media, il professor Vincenzo Del Pinto (di cui ho già scritto, vedi qui). E, sarà perché il prof. ci teneva tanto a sottolineare che il San Vincenzo nella cui ricorrenza lui celebrava il proprio onomastico era proprio quello lì e non altri, ma il dato è rimasto nel profondo della mia memoria, tanto che – sono sicuro – se una qualche forma di Alzheimer dovesse prima o poi piegarmi, quella sarebbe una delle ultime informazioni a scomparire.
Buffo però come nella mia memoria ci sia un altro ricordo – presumibilmente legato alla stessa fonte – di cui però non ho trovato riscontro. Ed è quello secondo cui un affresco di Domenichino in San Nilo, a Grottaferrata, avrebbe raffigurato un miracolo di San Vincenzo Ferrer, quello di quando salvò un muratore che stava cadendo dal tetto dell’Abbazia in costruzione. Gli affreschi del grande pittore secentesco, infatti, raffigurano ovviamente San Nilo, il fondatore della basilica, vissuto parecchi secoli prima del domenicano, e non quest’ultimo. E il santo che salva il muratore è proprio San Nilo.
Però c’è una curiosità e una strana coincidenza: uno dei miracoli più famosi di San Vincenzo Ferrer – tra l’altro venerato come patrono dei muratori e dei costruttori di tetti, oltre che dei pazzi – riguarda proprio un muratore salvato mentre stava cadendo da un tetto. Ecco come viene raccontato in una biografia del santo: «Avendogli il priore proibito di far miracoli, perché troppi ne faceva, Vincenzo cominciò a “contenersi”. Un giorno passò da una via e vide un uomo che cadeva da una alta impalcatura… subito intercedette per lui e l’uomo fu fermato per aria…ma Vincenzo sapeva di non poter compiere miracoli, così lo lasciò lì sospeso e, con profonda umiltà andò a chiedere al Priore di poter intercedere affinché l’uomo fosse completamente salvo. Giunto sul luogo, il priore, incredulo, riconobbe la Santità di Vincenzo e gli consentì di salvare l’uomo». Strana coincidenza, no?