
Michel de Montaigne
Ho già detto del bellissimo libro che sto leggendo su Montaigne. E di come Sarah Bakewell sappia raccontare con notevole maestria, meglio di un romanzo, la vita e la filosofia di questo incredibile personaggio vissuto nel 500 in Guascogna. È davvero una scrittrice potente, la Bakewell: l’idea di definire Cartesio e Pascal come scrittori “horror” è impagabile. Ma per me la scoperta vera è stata l’introduzione al pensiero di Montaigne, alla sua filosofia, alla sua umanità. Un po’ mi vergogno di esserci arrivato ora che sono più vicino ai settanta che ai sessanta, ma poi mi consolo pensando che potevo non arrivarci mai…
Ieri sono rimasto folgorato da questo pensiero che, dice Bakewell, sta “alla fine dell’ultimo volume (degli Essais), nella sua versione finale”. E lo ricopio.
“È una perfezione assoluta, e quasi divina, saper godere lealmente del proprio essere. Noi cerchiamo altre condizioni perché non comprendiamo l’uso delle nostre, e usciamo fuori di noi perché non sappiamo cosa c’è dentro. Così, abbiamo un bel montare sui trampoli, ma anche sui trampoli bisogna camminare con le nostre gambe. E anche sul più alto trono del mondo non siamo seduti che sul nostro culo”. (III, 13, pp. 1496-1497)
Sì, hai ragione. E un pensiero folgorante. Lo ricopio, per ricordarmelo. Grazie
Sempre su quello stiamo…