Etimi

Oggi, leggendo Naso di cane, potente e disperato romanzo di Attilio Veraldi, una specie di Gomorra prima di Gomorra (trent’anni prima di Gomorra)  ho scoperto l’etimo del verbo infinocchiare, di cui tutti sappiamo il significato ma pochi (e di certo non io, almeno fino a stamattina) l’origine.

finocchioTutto nasce dal vino. «Quando suonò il campanello lui era al vino e finocchio. “Il finocchio fa buono qualunque vino rosso. Anche il terzigno di questo fetente qua sotto” diceva sempre, e alludeva al vinaio sotto casa». Chi parla così, a pagina 192, è il Professore, Antonio Garofalo, uno dei protagonisti del libro.

Incuriosito da questa frase sono andato sulla rete e, mettendo nel motore di ricerca le parole “finocchio” e “vino”, ho trovato molte voci che spiegano come, nel passato, prima di servire il proprio vino, magari non proprio “per la quale”, gli osti usavano far assaggiare agli avventori del finocchio, che, con il suo sapore dolce e potente, nascondeva i difetti del vino. Di qui anche il termine “infinocchiare”.

Se siete curiosi anche della parola “terzigno”, vi risparmio la ricerca sulla rete. Terzigno è un comune che sorge alle falde del Vesuvio. Noto da sempre per il vino che vi si produce, così dice Wikipedia, il Lacryma Christi (e anche il pomodoro del Piennolo). Quello del vinaio del Professore, però, doveva essere un terzignaccio…

 

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