Toh, il Pinot grigio…

L_431Leggendo Il caso Kodra, ho fatto un terzo “volo” nel passato (per gli altri due “voli”, clicca qui). La terza madeleine l’ho assaggiata quando Renato Olivieri fa bere al commissario Ambrosio, in una trattoria di periferia di Milano, del Pinot Grigio (con dentro una scorzetta di limone, sic). E mi sono ricordato delle tante e tante volte che sono andato a cena o a mangiare una pizza, negli anni settanta ma anche negli anni ottanta, e immancabilmente il cameriere ti proponeva, quando gli chiedevi il vino, il Pinot Grigio di Santa Margherita.

Strana sorte per questo vitigno. Dopo quel boom c’è stato un altrettanto potente sboom, una sorta di damnatio memoriae (almeno in chi il vino l’ama davvero) da cui sta uscendo, mi pare, solo negli ultimi anni, da quando è invalsa in alcuni produttori la pratica di tenerlo di più sulle bucce in modo da fargli acquisire un colore ramato e una consistenza gustativa del tutto differenti da quel colore giallo paglierino scarico e da quel gusto beverino, che già di suo sapeva di scorza di limone, che ne fecero illo tempore un must per aperitivi, pizze e cene non impegnative.

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