Di solito uso Facebook per “pubblicizzare” le cose che scrivo su questo mio blog. Ma la serata di ieri al Tancia è stata bella e ricca di emozioni, e il post con cui l’ho raccontata su FB per il Gruppo Fai Sabina mi è riuscito benino. Così benino che ho deciso di fare uno strappo e di pubblicarlo anche qui. Le foto sono di Natale Madeo.
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Sotto un cielo di stelle come quello di ieri sera su al Tancia tutto è possibile.

L’Osteria del Tancia sotto un cielo pieno di stelle
È possibile che dalle sette e mezza, un’ora prima dell’inizio ufficiale dell’evento, la gente cominci ad arrivare nella splendida cornice naturale dell’altopiano del Tancia, dove da secoli, sulla strada che unisce la Valle del Tevere alla Conca Reatina, domina l’Osteria, rilanciata negli ultimi tempi grazie all’intuizione di Claudio Autizi e al lavoro dei ragazzi dell’Ostello, Antonello e Marco tra tutti.

La gente continua ad arrivare ma si decide d’iniziare
È possibile che quando alle otto e quaranta, in pieno crepuscolo, inizia il panel coordinato da Cornelia Lauf la platea, al centro e ai lati, sia già quasi piena e che in tanti ascoltino il suono delle stelle (compreso il sibilo di una stella cadente – chissà se vale il desiderio espresso al sentirne una…) proposto dal collettivo artistico Antonello Ghezzi, e il racconto in un buon italiano di Sylvie Parent sulle ultime tendenze dell’arte contemporanea nel suo rapporto con il mondo delle stelle.

Paolo Ghezzi e Sylvie Parent
È possibile poi fare con il professor Piero Boitani – l’autore de Il grande racconto delle stelle – un viaggio straordinario nel tempo e nel mondo, senza muoversi dal proprio posto, inseguendo lo stupore che la volta celeste ingenera da sempre nell’uomo, sotto ogni latitudine, mentre tutto intorno a noi la notte prende lentamente possesso delle cose. Prima viaggiamo con le immagini, in una carrellata vertiginosa dalle grotte di Lascaux, alle cupole romane, a quelle bizantine, alle volte delle chiese gotiche, con salti a occidente ed a oriente, e arrivando quasi ai giorni nostri. Poi, quando la tecnologia comincia a fare le bizze, proseguendo il viaggio con le parole, da quelle meravigliose di Omero alla Bibbia, da Euripide a Saffo a Leopardi, anche qui avanti e indietro nei secoli e nel mondo. E poi concludere, quando la tecnologia sembra pentirsi e tornare all’ordine, con le musiche – davvero celestiali – di Monteverdi ed Haendel che accompagnano il pubblico, ormai sempre più numeroso, all’incontro con il cielo finalmente buio nel quale troneggia una luna molto luminosa.

Piero Boitani e il toro delle grotte di Lascaux
Ed è possibile allora che in tanti, in piedi nel buio della notte, ascoltino Andrea Banchelli raccontare e spiegare il cielo sopra di noi, accompagnando le sue parole all’osservazione del firmamento, prima a occhio nudo e poi attraverso i telescopi portati fin lassù da Banchelli, da Maurizio Rinaldini e da Lorenzo Frezza. E che le stelle cadano copiose, rispettando il copione della notte di san Lorenzo.

E poi uscimmo a riveder le stelle
È possibile insomma che la festa continui fino alle due di notte. E quando pian piano il pratone accanto all’Osteria si spopola, e il silenzio torna a farla da padrone sotto la volta stellata, è possibile che chi ha provato a contare la gente arrivata fin quassù dall’uno e dall’altro versante della montagna sia arrivato a un numero assolutamente inaspettato ma assai vicino alle cinquecento persone.

I volontari del Fai Sabina (pubblico due foto perché nella prima mancavo proprio io…)