Ritrovo questo post di quasi tre anni fa e noto – cosa che evidentemente non avevo notato allora, se no l’avrei scritto…– che la grafia di GGB assomiglia molto a quella di mio nonno Enrico. Quasi mi commuovo e poi penso, venendo al soggetto del post, che non sono più così sicuro che, se rinascessi, vorrei farlo a Roma. Ma non sono neanche sicuro del contrario…
Che bella grafia il poeta di Roma. E come è vero e sentito questo suo distico (pubblicato sul numero del 1943 della Strenna dei Romanisti). Così vero e così sentito che lo faccio mio. Anche se devo sostituire l’«arinasco» con un più modesto «nasco», visto che per i casi della vita a Roma purtroppo non sono venuto al mondo, anche se ci sono venuto a vivere a meno di un mese (così mi è stato detto) dalla mia nascita, che avvenne il 5 di maggio del 1953 nella clinica di Villa Rosa in quel di Bologna, poco fuori Porta S. Mamolo.
Insomma, anch’io, come Giuseppe Gioachino Belli,
“Si mmoro eppo’ arinasco,
Pregh’Iddio d’arinasce a Rroma mia”.