A una certa (espressione romana che sottintende la parola “età”) i ritratti conviene farli con una discreta noncuranza per la precisione del dettaglio (anche qui c’è una espressione romana che rende bene l’idea: “buttarla in caciara”). Ecco dunque il perché di questo autoritratto ottenuto fotografando il ritratto che ben 35 anni fa mi fece Francesco Cascioli.
La profusione di rosso intorno al fotomontaggio originale è il passe-partout messo dal mastro corniciaio cui mi rivolsi allora (era amico di papà e aveva la bottega in Trastevere, su via di San Francesco a Ripa, non lontano dalla chiesa – mi sembra si chiamasse Brandi). I libri e i dvd alle mie spalle sono quelli ospitati nella piccola palestra accanto al mio studio. Accanto al quadro (scelta assai simbolica quella di mettere lì il mio ritratto) c’è il frigorifero dei vini bianchi.
Che altro posso aggiungere? Ah sì. Se dovessi dargli un titolo lo chiamerei: “Autoritratto con la ciotola del cane”. Quella cosa di metallo che reggo con la mano sinistra, che nello specchio sembra la destra ma la fede all’anulare svela inesorabilmente per essere la sinistra, è infatti la ciotola di Chicca.