Stamattina non pioveva e allora ne ho approfittato per passeggiare un po’, dopo due giorni di stop causa avverse condizioni meteorologiche (e un po’ di pigrizia indotta…). Sono partito per fare il solito giro di Granica, poco più di sei chilometri, ho finito per fare un percorso quasi doppio: ho allungato sulla strada per Bocchignano fino a dove s’imbocca la via di Rovane, quella che che porta su alla Villa degli Emili e poi a Montopoli. Da dove, dopo essermi rifocillato con un succo di frutta e aver fatto due chiacchiere rilassate al bar, sono poi ridisceso verso casa attraverso la via Campana (la stradina ripida ma quasi senza macchine che ho imparato qualche giorno fa) e poi il solito sentiero in riva al Farfa.
Dodici chilometri che ho fatto senza faticare troppo perché – udite udite – ho trovato finalmente il passo giusto. Un passo più rilassato del solito (sul piede dei 4 chilometri all’ora in piano, un po’ meno in salita e in discesa, specie, quest’ultima, se ripida: il dato sulla schermata, 3,34 Km/h è falsato perché non considera le due volte che mi sono fermato, quando ho incontrato Bruno a Montopoli e poi al bar, per un totale di ben più di dieci minuti) ma insieme un passo più costante, che mi consente di fare chilometri e chilometri senza mai andare fuori giri. Ci ho messo un po’ a trovarlo, questo passo (non ci voleva tanto, bastava essere più rilassato e meno competitivo con me stesso – tanto con Enrico perdo sempre…). Adesso me lo tengo ben stretto.

Da Montopoli, la nebbia nella Valle del Tevere. Sullo sfondo Sant’Oreste e un po’ di Soratte