La parola del titolo è un participio passato e non un imperativo. E descrive lo stato di chi scrive stamattina, dopo essere stato a passeggiare (il minimo ovviamente) con Chicca alle 8 mentre fuori la temperatura si aggirava intorno ai meno 2 meno 3 e il sole ancora tardava a sorgere sulla stradina davanti a casa (la foto stata fatta al ritorno, quando il sole, almeno a casa – la strada su cui la nostra lowlander ama espletare i suoi bisogni è una decina di metri più in basso – era già arrivato ma era ancora assai timido).
Calzettoni sintetici, mutandoni (il corruttore me li cambia in “mutandine” ma credetemi sono mutandoni neri di Decathlon, credo li vendano come calzoni di una tuta da fitness, ma comunque sono belli aderenti) sopra i boxer e sotto i calzoni della tuta. E sopra la giacca della tuta due pile: uno a mezze maniche l’altro con tutte le maniche. Cappelletto di lana, guantoni di montone e – tocco essenziale – girocollo, sempre di pile, realizzato da Daniela sollevato a coprire la punta del naso, notoriamente la parte più fredda del corpo.
Se avessi messo anche gli occhiali da sole il travestimento sarebbe stato perfetto. Così.