
Senza papalina…
No, la papalina non l’indosso. Ma tutto il resto c’è: le pantofole con la pecora dentro, la coperta sulle gambe, la stufa da caricare ogni tanto con un ciocchetto, la musica che esce dallo stereo (Pink Moon, l’ultimo struggente album di Nick Drake). E naturalmente un bel libro da leggere, Veniva da Mariupol, di Natascha Wodin, un libro che mi ha preso subito e che mi sta trascinando nel tempo e nello spazio come solo le opere di grandi scrittori sanno fare. La ricerca delle radici, la storia di una famiglia che riemerge dal passato via Internet, e insieme il racconto di un dramma praticamente sconosciuto, quello dei lavoratori-schiavi, deportati a milioni dall’Unione Sovietica in Germania durante la Seconda guerra mondiale. Molto bello e molto coinvolgente. Almeno per me.
Fuori piove quasi senza sosta da ieri. Sono tornati gli storni, con il rumore dei loro richiami e l’odore di guano che li accompagna sempre. Nella sua cuccetta dorme Chicca. Ogni tanto s’alza e barcollando un po’ viene qui da me a prendersi una carezza. Speriamo che le medicine funzionino e che lei si riprenda dalla crisi di ieri. Solo l’altro ieri zompettava come una giovanotta e adesso fatica a camminare. Le analisi sono buone. Di solito, con la sindrome vestibolare, antibiotici e cortisone rimettono le cose a posto. Certo l’età è quello che è. Non solo per lei.