Un tempo, poco dopo i cedri di Fernando, nel terreno di altri vicini che scende verso un’ansa del Farfa, c’era uno splendido cerchio di querce (non ricordo esattamente quante fossero, potevano essere sette, più o meno) poco dal di sopra della riva del fiume. Qualche anno fa una di quelle querce è stata tagliata (e mi sa che dopo è toccato anche a qualcun’altra) cosicché adesso, quello che si vede dalla strada è quasi il sorriso sdentato di un bambino: due belle piante, cresciute adattandosi alla terza cresciuta tra di loro, due belle piante con un vuoto importante in mezzo.
E quando la mattina c’è la nebbia il vuoto è ancora più profondo…