Ieri ho coronato un vecchio sogno: arrivare a Farfa senza passare per la strada provinciale. Sapevo che ci doveva essere un sentiero tra i campi in riva al Fosso Riana per arrivare alla chiesa di Santa Brigida e da lì, poi, all’abbazia; avevo anche intuito da dove passare ma non ci avevo mai provato seriamente. Ieri ero motivato e bello carico, così ho lasciato la macchina al parcheggio del bar S.Anna di Granica e mi sono avventurato tra i leoni del territorio ignoto.
L’unico animale che ho visto, però, è stato un vecchio e pigro maremmano quando, lasciata la strada per Castelnuovo di Farfa (un po’ di provinciale m’è toccato farla) e aver preso in direzione del Casale Sottomonte, giunto all’altezza del casale il suddetto cagnone mi ha visto e ha abbaiato come da contratto, ma stancamente e senza agitarsi più di tanto. Vista la strada sbarrata da una catena con tanto di dicitura strada privata, mi ero incamminato su un sentiero alla sinistra che saliva sotto una vigna quando un signore, uscito dal casale per vedere a chi il cane abbaiasse, mi ha chiamato chiedendomi dove andassi. Gli ho spiegato le mie intenzioni e, dopo un iniziale perplessità (“abbiamo dovuto chiudere la strada per le macchine e i cacciatori”, mi ha spiegato), quando gli ho detto che abitavo non lontano ed è poi venuto fuori che avevamo conoscenze comuni, si è sciolto e mi ha anche indicato la strada, “tanti stranieri vanno a piedi a Farfa passando di qui” ha aggiunto.
E in effetti la strada sterrata, dopo un paio di centinaia di metri e dopo aver superato un boschetto sulla destra,
arriva a un ponticello che passa il Fosso Riana, l’antico Farfarus in riva al quale tredici secoli fa Tommaso di Morienna, di ritorno dalla terra santa, si fermò a riposare con i suoi compagni (probabilmente non lontano da qui). Di lì si sale direttamente a Farfa. Ma siccome io mi ero messo in testa di passare per la chiesa di santa Brigida, ho proseguito sulla riva del Riana per altri due-trecento metri, più o meno, passando ai bordi di un terreno seminato da poco, e dunque morbido ma non troppo, fino a giungere alla chiesetta ricostruita sui resti delle vecchie mura medievali.

La chiesetta di Santa Brigida
Da lì il percorso è semplice, in una valle bellissima in cui non gira quasi nessuno, tra l’abbazia, da una parte e Castelnuovo di Farfa dall’altra. Si saliscende tra casali e oliveti, dove c’è anche chi raccoglie l’oliva nonostante la gelata, fino ad arrivare al Fosso Riana.

L’abbazia di Farfa da poco sopra le sponde del Riana
Passato il Riana sono risalito sulla carrareccia ripida che porta a Farfa, passando accanto al mio “pusher” di formaggio (in un casale proprio sotto l’abbazia c’è l’azienda Nonno Amarando che fa un pecorino ottimo). Il borgo di Farfa era quasi deserto come ogni lunedì mattina, da lì sono poi sceso a Granica camminando lungo la provinciale che non era neanche troppo trafficata. Una lunga e tranquilla discesa. Ma la prossima volta proverò a scendere per un sentiero interno, parallelo a quello che ho fatto all’andata, per arrivare al ponticello di cui parlavo prima e poi riprendere la strada verso il Casale Sottomonte. Non si smette mai di provare nuove vie.
P.S. A proposito di “leones”. Nella discesa, mentre mi avvicinavo alla Badiola, la pizzeria-trattoria dove più o meno una sera a settimana andiamo a fare una “botta di vita”, il vecchio cane da guardia mi ha abbaiato a lungo. Il cancello era chiuso – il lunedì è il giorno di riposo – e lui era uscito ai bordi della strada a fare il suo dovere. Quando mi ha visto avvicinarsi, ha continuato ad abbaiare ma da dietro il cancello. Avessi visto mai…