Adesso il tallone è più d’Achille che mio. Decisamente. Anche se sono io che sento di averlo e sento un discreto fastidio (definirlo dolore sarebbe un’esagerazione).
Dopo il giro di ieri nella riserva Tevere-Farfa, oggi sono tornato. Per andare, come mi ero ripromesso, alla Mola di Nazzano e alla confluenza dei due fiumi. Ho lasciato la macchina alla fine di Via di Valle Carbona, che avevo percorso tutta partendo da Colonnetta e scendendo per la campagna. Prima di andare verso la Mola sono sceso al Farfa per un’altra strada che, appunto, porta al fiume e al ponte/viadotto della ferrovia sul fiume e la sua valle.

Il Farfa poco prima del ponte della ferrovia

Il ponte della ferrovia
Ho girato per un po’ da quelle parti cercando il passaggio a Nord Ovest che portasse direttamente alla foce, ma non c’erano sentieri (o almeno, se c’erano, io non li ho trovati). Così sono tornato quasi al punto di partenza e ho preso la strada che sapevo portare al casale della Mola e alla confluenza di Tevere e Farfa, un lungo sentiero in piano, tra due campi appena arati che profumavano di terra fresca. Dopo un lungo rettifilo, subito dietro una curva, nascosto tra gli alberi, c’è il casale: sotto, le acque che si mischiano e s’impaludano anche perché due isolotti le rallentano:

Il casale della Mola di Nazzano
Da lì un sentiero più ripido scende al fiume e a un capanno tra le canne sulla riva che serve per il bird watching.
Entro, guardo, ma di uccelli non ne vedo. I miei occhi non sono il massimo, ma forse anche il caldo fa la sua parte.

La vista a pelo d’acqua dal capanno (in un empito di purismo di stampo sovietico ho cancellato i due tralicci e i fili che sorvolano la confluenza…)
È ora di tornare sui miei passi alla macchina. Achille ancora tace (a caldo il tendine di solito va bene). Incrocio di nuovo i maremmani che avevo visto all’andata (e anche ieri). Oggi i cuccioletti sono due e la mamma s’è nascosta tra le canne. Mi abbaiano ma vorrebbero tanto farmi le (plurale) feste. Li sorpasso, mi volto e li fotografo.
E anche la seconda puntata nella Riserva è finita. Adesso mi manca solo il giro lungo, quello che segue, riva riva, tutta l’ansa del fiume. Magari faccio passare un giorno o due (o forse anche più tempo) e ci provo.