Se apro la finestra sento la Loira che scorre a pochi metri da noi. È una Loira piccola, nata da poco. Non la vedo perché gli alberi sulle rive la nascondono, ma il rumore dell’acqua che scorre non può essere nascosto. Siamo al secondo piano (o forse è il terzo?) della Maison Forte di Volhac, un castelletto che nel medioevo controllava il ponte sul fiume. Siamo tornati qui, a Le-Puy-en-Velay, tre anni dopo la prima volta per approfondire la conoscenza della regione, prima di andare nel Puy de Dome a vedere le sei grandi chiese romaniche dell’Alvernia.
Da Lourdes a qui sarebbe un trasferimento da circa sei ore. Ma noi abbiamo deciso di passare per Conques e il tempo s’è allungato non poco. Se qualcuno si chiede il perché di questa decisione, queste foto forse possono aiutare a spiegare.
Tre immagini: la chiesa da lontano, l’incredibile portale con il Giudizio universale, l’interno, romanico ma teso verso il cielo; che comunque non danno che una pallida idea di un posto come Conques, davvero magico, dove il tempo resta sospeso e tu non sai più dove sei e soprattutto quando sei. Provare per credere.
Da lì, per arrivare fino a qui, a Le-Puy-en-Velay, abbiamo fatto una strada incredibile passando per un altopiano, nelle Cevennes, dalla bellezza difficilmente descrivibile: prati, boschi, campi a perdita d’occhio in tutte le direzioni.
E poi alla fine siamo arrivati qui, alla Maison Forte de Volhac, dove resteremo tre notti.

La finestra che dà sulla Loira

La Maison Forte un’oretta fa: le due finestrelle in alto sono della nostra camera.
Dormire in un castello non è male, specie quando la doccia, ad esempio, sta in una delle torrette laterali…
La dura vita del turista…