Occhi di solitario, ragazzino attonito
che sorpresi a guardarci
in quella pinetina, accanto alla Facoltà di Lettere,
più di undici anni fa,
mentre mi staccavo,
ancora intontito di saliva e sabbia,
dopo esserci rigirati mezzo vestiti,
felici come bestie.
Il tuo ricordo, è curioso
con quale concentrata intensità di simbolo,
è unito a quella storia,
ala mia prima esperienza d’amore corrisposto.
A volte mi chiedo cosa sarà stato di te
E se ora nelle tue notti accanto a un corpo
torna la vecchia scena
e spii ancora i nostri baci.
Così ritorna a me dal mio passato,
come un grido sconnesso,
l’immagine dei tuoi occhi. Espressione
del mio stesso desiderio.
Questa poesia, che s’intitola Peeping Tom, è tratta dalla raccolta Moralidades, pubblicata nel 1966 da Jaime Gil de Biedma, nella traduzione di Luisa Capecchi pubblicata a sua volta nel numero 7 dell’Almanacco dello Specchio, quello del 1978.
Io la trovo bellissima.