Un riso di luce malvagio

Ieri sera ho visto uno spettacolo assai bello. In questa nostra Sabina affollata di sagre ma non altrettanto di eventi culturali, l’associazione di cui faccio da un po’ di tempo parte – Gli amici del Museo di Poggio Mirteto – ha messo in piedi con (e per) il Comune una serie di iniziative per ricordare il 150° anniversario della nascita di Luigi Pirandello. Conferenze, film, letture sceniche, visite alla Casa di Pirandello a Roma e altro ancora.

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Andrea Renzi

Ieri sera era la volta di una lettura scenica dai Quaderni di Serafino Gubbio operatore. Protagonista di questo one man show  è stato Andrea Renzi, attore e regista, che ha curato la riduzione del testo pirandelliano, trasmettendola poi al (purtroppo non folto) pubblico con rara efficacia e vera maestria. Un uomo davanti a un leggio, con un riflettore a inquadrarlo davanti a un fondale nero. Eppure sembrava di stare lì, alla Kosmograph, a seguire il monologo di Serafino Gubbio, l’uomo macchina, l’uomo che gira la manovella e cattura nella macchinetta la vita (e la morte) di quegli attori che hanno rinunciato alla parola e al rapporto con il pubblico per farsi eternare sulla pellicola. Il teatro rischia di morire, il cinema prospera: è un Pirandello modernissimo, quello che propone Renzi  (che nella riduzione teatrale ha omesso molte parti “ottocentesche” del testo per condensare il succo di una critica ancora oggi attualissima – magari non tanto nei confronti del cinema quanto, in senso traslato, di questo mondo social che è sempre più, paradossalmente, antisociale ed estraniante).

Uno spettacolo che distilla una lingua meravigliosa: il titolo di questo post è una frase del testo pirandelliano che mi ha colpito profondamente. «Ma anch’io, quantunque mi facesse pena, distolsi subito lo sguardo da lui per volgermi a guardare la Nestoroff che aveva negli occhi dilatati un riso di luce malvagio». Splendido.

Uno spettacolo che ti tiene legato a doppio filo alla magia di quelle parole e che ti fa pensare. Alla fine applausi calorosissimi. Un successo vero, un successo che compensa i vuoti in sala. Ma quello della partecipazione della gente di Poggio (e dei paesi vicini) alle iniziative culturali è un problema non di oggi.

 

2 pensieri su “Un riso di luce malvagio

  1. grazie Enrico, come sempre, per il refresh su questa opera di Pirandello che lessi, se non ricordo male, appena sposata. Era una vecchia edizione della BMM (Biblioteca Moderna Mondadori) del 1954, trovata dal nostro amato “Remainder’s” . Metterò il libro tra quelli in attesa di lettura.
    Per consolarti della scarsa partecipazione dei locali, ti informo che succede lo stesso anche per le iniziative culturali organizzate a Panicale, solo che qui è compensata da una folta presenza di pubblico straniero che rappresenta spesso la maggioranza. Comunque meglio pochi che nessuno, credo nel magico potere delle piccole gocce in un oceano.

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