Non era la bottiglia più vecchia della cantina, no: ci sono un paio di Amaroni di Allegrini, che hanno superato i venticinque anni (e andranno consumati anch’essi, più prima che poi…). Ma ormai non sapevo più neanche che cosa fosse esattamente, visto che l’etichetta era illeggibile grazie all’umidità della grotta. Sapevo che era una bottiglia di Zind Humbrecht, grande produttore alsaziano, l’ultima di una cassetta da sei (tutte diverse ma tutte dello stesso produttore) acquistata vent’anni fa a prezzo scontato grazie all’intervento del nostro guru Sandro S.
Ieri sera abbiamo invitato Robert e ho deciso d’aprirla. L’ho fatto prima che arrivasse l’ospite, per sincerarmi che fosse ancora buona, e – sorpresa – non era buona: di più, era ottima.
Dal tappo ho potuto vedere che era un Riesling Gueberschwirth del 1995. Ventidue anni, dunque. Meravigliosamente portati, un colore dorato caldo, splendido. Un naso ricco ma soprattutto un’esplosione di sapori in bocca, dove con l’età la frutta secca e il miele avevano preso il sopravvento, e dove c’era ancora una discreta acidità. Un vino difficile da abbinare (ma per me con il Riesling è sempre così, figuriamoci con uno di oltre vent’anni…).
Un vino splendido da bere da solo meditando alla fine della cena, anche se – devo dire – con il guaiamole bello piccante che ha aperto le danze non stava niente affatto male. Una bella sorpresa (anche se, va detto, il Riesling invecchia sempre bene…). Viva il Riesling…