Quando ci passi sotto, lì sull’angolo tra la Ottava e la 57ma strada Ovest, anche se non sai chi è l’architetto che l’ha pensata né come si chiami, l’Hearst Tower ti colpisce. Molto. E come sarebbe possibile altrimenti?
Costruita dal magnate dell’editoria che ispirò il Citizen Kane di Orson Welles su un edificio a sei piani del 1928, pensato come base di un grattacielo mai costruito per via della crisi del ’29, la struttura di Norman Foster, completata nel 2006, si alza per “soli” 182 metri (poca roba, comunque, rispetto ad altri edifici non troppo lontani) ma splende di un impianto razionalista di rara bellezza e originalità, che si concretizza in soluzioni “verdi” all’avanguardia nel risparmio energetico.
La struttura a triangoli, il nome tecnico in inglese è diagrid (che sta per “griglia diagonale”), ispirata da realizzazioni di oltre cent’anni fa dell’architetto costruttivista sovietico Vladimir Shukhov e già usata da Foster in altri edifici a Londra, ha consentito un risparmio di oltre il 20 per cento di acciaio, senza andare a discapito dell’impatto visivo del grattacielo. Anzi.
Incredibile New York. Ti riprendi dall’emozione della Hearst Tower, richiudi la bocca che era rimasta aperta per la sorpresa e la meraviglia, e dopo un paio di isolati ti ritrovi a Columbus Circle, con le due torri del Time Warner Center, di cui peraltro ho già scritto…