L’anno scorso ho accompagnato più di una volta l’amico Fabio all’ospedale di Ostia. E nel parcheggio del Grassi mi colpì questo pino, piegato ma non spezzato dalla brezza di mare. Più che piegato, anzi, scolpito. Assecondando i venti con i rami superiori, praticamente cresciuti in orizzontale, mentre il tronco veniva su relativamente dritto (nel senso verticale del termine).
È un’immagine che mi ha subito richiamato alla mente qualcuno o qualcosa (e ancora adesso succede) ma non riesco a dare un nome a questa sensazione. Ogni aiuto è gradito.