H come Ho mangiato bene e mi sono divertito alla Stazione di Posta

Titolo chilometrico per raccontare l’esperienza culinaria di ieri sera con i miei storici “compagni di cene e di bevute”. Seguendo l’input di Ursula, ormai superesperta e sempre curiosa di tutto ciò che gira intorno al food &drink, ci siamo trovati (Antonio, Marianna, Diego, Ursula e il sottoscritto) alla Stazione di Posta, a Testaccio, dentro l’ex Mattatoio, regno di Marco Martini, giovanissimo e inventivo chef.

Menu di cinque portate, con la sostituzione del Galletto alla diavola con il Maialino senape e mela (io non amo i pennuti e gli altri sono stati così gentili da seguirmi nelle mie idiosincrasie). Quattro bottiglie di vino: un Riesling altoatesino (il Kaiton di Kuenhof, 2012), giovane ma già bello complesso, un Fiano di Avellino (Marsella 2010, un po’ troppo freddo, ma quando s’è scaldato ha liberato profumi e sfumature), una giovane Barbera (Rinaldi 2012, puro frutto e piacevolezza) e, per chiudere, un classico Moscato d’Asti (La Spinetta di Rivetti). Il tutto per una spesa totale di 60 euro a cranio. Onestissimo vista la qualità del cibo e del servizio.

I piatti. Difficili da raccontare, divertenti, stimolanti. A partire dagli amuse-bouche, gli sfizi che precedono l’antipasto. Utilizzo le foto che Ursula ha postato su FB (la classe non è acqua). Due amuse-bouche (ma ce n’erano molti altri…). La carbonara: uovo con dentro parmigiano e guanciale croccante. Il secondo: bucce di topinambour fritte con qualcosa dentro che non ricordo.

1501647_699369306754479_710598299_o965471_699370623421014_1050027337_oPoi l’antipasto vero e proprio. Faraona con brodo di porcini e due “marshmallows” di parmigiano e pinoli

1512244_699370920087651_306708128_oIl primo: rigatoni con rucola, stracchino, guanciale croccante e pane alle cipolle fritto

1082517_699372270087516_1238301363_oIl secondo: maialino con senape e mela e purè di patate alla paprica (se non sbaglio spezia…)

892250_699373596754050_2039883687_oE poi il dolce e la piccola pasticceria. Il dolce: cioccolato bianco in pellicola di cachi e cynar (un po’ folle ma assai stimolante)

1491448_699374150087328_1712485880_oLa piccola pasticceria, con l’albero dei “Piccoli desideri” e altro

1490633_699374766753933_269940424_o620815_699376063420470_1947149252_oLo zucchero filato: non ricordavo di averne mai mangiato. O la memoria mi falla, o non l’avevo mai mangiato davvero. Qui Ursula ha immortalato il mio godimento (l’occhio un po’ lucido parla del vino bevuto: eppure ho guidato benissimo e assai tranquillo, nel traffico della mezzanotte romana e poi sull’autostrada e su per i colli sabini, belli pieni di nebbia…)

fotoPer chiudere, una mia panoramica (ormai ci ho preso gusto) sui commensali (maschi) intenti a fotografare i dolci. (Abbiamo sbracato nel finale: fino allora eravamo stati irreprensibili. Non escludo l’effetto del vino…).

IMG_4153In conclusione. Una festa per la bocca, gli occhi e il cervello. Una serata assai azzeccata. Grazie Ursula e grazie allo chef.

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