Al posto d’onore

Quest’anno il mio amico Tarcisio mi ha fatto un regalo che definire gradito è un esercizio di supremo understatement. Quando sono stato trovarlo ad Alatri, mi ha donato una delle opere ispirate ad Antonio Poce dalla autobiografia di Stephane Grappelli (di cui ho già parlato qui). Un presente così gradito che, fattolo incorniciare, l’ho subito appeso al posto d’onore nella mia stanzetta: di fronte al letto, accanto all’acquatinta di Folon che mi segue da almeno quarant’anni, quando travolto da improvviso amore la comprai a Bologna e la trasportai a Roma in treno portandola in giro sottobraccio (anche di questo ho già parlato qui).

Antonio Poce è compositore e Visual Artist (questo il suo sito). Confesso – di arte contemporanea so poco, anzi, diciamo le cose con il loro nome: sono ignorante – che prima di Natale non lo conoscevo. Ma questo quadretto (“etto” solo per le dimensioni) mi emoziona.
(La foto qui sotto serve più che altro per far leggere il testo, ché nell’immagine manca del tutto la brillantezza che si può notare nella foto d’apertura.)

Anche qui. Non ci provo nemmeno a definire queste emozioni o a spiegarne il perché o il percome. Mi accontento di dire che l’idea di Poce di “scrittura intermediale” mi sembra bella. Come belle sono le sue realizzazioni.

Grazie Tarcisio, dunque, amico di una vita. E grazie Antonio, che non conosco (ancora).

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