
Non si finisce mai d’imparare. Ieri, oltre a tirare un sospiro di sollievo ho imparato una nuova espressione.
Andiamo per ordine. Il sospiro di sollievo innanzitutto. Ieri, dopo settimane se non mesi di piccoli problemi – e dopo un paio d’anni abbondanti in cui non facevo visite di controllo: l’ultima volta era risultato che per quanto riguardava la prostata stavo bene ma avevo in corso una peritonite “consensuale” per la quale mi sono operato senza perdere troppo tempo – ieri dunque sono andato a farmi vedere dall’urologo. Che dopo aver letto il valore del PSA e avermi visitato mi ha detto che, sì, la prostata è ingrossata ma non ha caratteristiche di allarme (leggi: non ha un tumore, signor Galantini).
E adesso la nuova espressione: nel referto il dottore infatti ha usato una terminologia colorita e a me ancora ignota. Ora, se va detto che gli urologi sono una categoria non molto amata da molti maschietti per via dell’invasività delle visite, devo dire anche che il mio urologo è un romano assai romano e assai simpatico. E ieri, oltre a citare il suo maestro (“una sigaretta e un dito in c… non si negano a nessuno”), ha scritto nel resoconto della visita il termine “prostata come Bella prugna”. Colorito, efficace, sdrammatizzante. I problemi magari restano, ma sapere che vengono da una bella prugna li rende quasi meno noiosi